Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Film che non si può annoverare tra i capolavori di sempre, però riesce ad essere inteessante, anche perché ha alle spalle il bel libro della Deledda "La madre" al quale s'ispira.
E' la storia di un prete che di ritorno nel suo paesello d'origine si ritrova ben presto nel bel mezzo di una faida tra famiglie rivali. Egli dovrà perciò porre fine alla sanguinosa guerra tra le due famiglie, facendo da mediatore, ma dovrà fare i conti, suo malgrado, con la sfiducia del paese nei confronti della giustizia, con l'omertà dei molti che preferiscono l'indifferenza, piuttosto che collaborare con le forze dell'ordine e che si trovano, a loro volta, ad essere impotenti di fronte ai numerosi atti di violenza di queste bande di briganti che uccidono il bestiame e seminano il terrore nelle campagne.
Musica adeguata per un film drammatico
La scelta del colore per un film degli anni 50, penso abbia danneggiato la visibilità della pellicola rendedola cupa e poco intellegibile nelle scene meno illuminate.
Non mi ha entusiasmato la recitazione di Mel Ferrer che mi è parsa troppo poco espressiva, molto meglio Amedeo nazzari e la bellissima Lea massari.
E'uno dei rari film drammatici del regista Mario Monicelli che con intento neorealista cerca di gettare una luce sui problemi storici della sardegna, che sono un pò quelli del resto del sud Italia, la povertà, la scarsità d'istruzione e di mezzi per vivere. Il tutto viene ad essere trasfigurato in quei paesaggi scabri e desertici che fanno da sfondo alla storia e che ricordano quasi la location di un film Western alla Leone.
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