Regia di Louis Morneau vedi scheda film
B-Movie portato in scena con grande passione e gusto grandguignolesco da uno specialista di modesti sequel horror (The Hitcher 2, Radio Killer 2) come Louis Morneau.
Nessuna novità dal copione, rigido omaggio alla figura letteraria del licantropo, fin dall'ambientazione ottocentesca. Va in scena una caccia al lupo mannaro autore di razzie soprattutto a danno di soggetti eticamente riprovevoli. Splatter a go go, con un prologo memorabile (con tanto di testa di cavallo decapitata come in Grizzly, L'Orso che Uccide) e un prosieguo che tende a calare alla distanza, a causa di interpretazioni modeste (si salva solo Rea). Pessima la fotografia con una messa in scena da telenovela. Morneau prova a tenere viva l'attenzione con una regia più che sufficiente, riuscendo solo a tratti nell'intento. Gli effetti speciali sono buoni quando ricorrono all'artigianalità, meno quando entra in gioco la computer grafica. Il licantropo salta e vola alla maniera dei film modaioli di Hollywood, aspetto questo che esorcizza involontariamente la tensione. Con furbizia, Morneau ricorre a un montaggio serrato per ridurre i limiti dell'effettistica, peccato poi cambiare idea e mettere in evidenza il lupo mannaro da metà film in poi. Decisamente impresentabile l'epilogo così come il continuo ritornare in gioco di personaggi che si credevano esser morti. Morneau sembra infatti abbandonare all'epilogo l'impostazione classica, in favore delle nuove frontiere del genere sdoganate da pellicole quali Underworld. Abbiamo infatti un cacciatore ultracentenario (interpretazione pessima) prossimo alla natura di un vampiro (o un dhampir) che si prende a botte col licantropo, con le due creature che vengono lanciate di decine di metri da una parte all'altra con battute imbarazzanti. Peccato davvero, perché la voglia di fare un B-Movie old style si percepisce, purtroppo la regia sembra non essere troppo convinta su quale direzione seguire. Non si lesina nel gore, tuttavia questo non può bastare a salvare il film.
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