Regia di John Parker vedi scheda film
Dementia è un bizzarro esperimento cinematografico, privo di dialoghi, che recupera gli stilemi del cinema muto - nell'uso dei primi piani, nel montaggio, nella recitazione enfatica -, per inserirli in un contesto propriamente noir. La protagonista - la "Daughter of Terror" nel titolo alternativo del film - è oppressa dal senso di colpa (l'omicidio), che, attraverso flashback continui, incastrati l'uno nell'altro, si scoprirà avere origini (quasi) edipiche.
Il film è del 1955, ovvero l'anno in cui, secondo Renato Venturelli [cfr. L'età del noir], avviene la "deflagrazione del cinema noir". Dementia può far parte di questi casi di "deflagrazione", in quanto è un esempio di sovra-stilizzazione che richiama (rivisitandolo) il noir "delle origini", ovvero quello dei primi anni Quaranta [le "visioni eccentriche", sempre secondo Venturelli - e in cui si deve inserire, in primis, il caso de Lo sconosciuto del terzo piano], e lo "confonde" con certi lavori d'avanguardia europea, come, ad esempio, Meshes of the Afternoon di Maya Deren - le continue ripetizioni, che causano uno stallo narrativo -, se non addirittura richiamando il Cane andaluso di Bunuel, grazie al surrealismo marcato di molte sequenze.
Opera pressoché unica nel suo (non)genere, Dementia rimarrà un caso isolato e abbastanza sconosciuto: raramente, infatti, il film viene citato in qualche manuale di Storia del cinema.
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