Regia di Dino Risi vedi scheda film
Il profumo di donna è quello che annusa il cieco capitano Fausto Consolo. Anzi, è l'odore di femmina che non lo tradisce mai. L'olfatto e l'udito che non abbandonano questo tornado di uomo esagerato e cattivo che, tra l'altro, ha anche una mano di legno. Affidato alle cure di una paziente e vegliarda zia, il nostro è affidato alle cure di un marmittone della sanità, Giovanni Bertazzi, il quale ben presto si rende conto con chi ha a che fare. L'ufficiale, che odia essere considerato un invalido o uno sfortunato, deve intraprendere un viaggio da Torino a Napoli, con tappe a Genova e Roma. La sua intenzione è quella di raggiungere un suo vecchio amico parteonopeo nelle sue stesse condizioni per suicidarsi. Tanta irruenza e veemenza, ma quanto coraggio? L'unico che poteva dirigere una storia così amara e acida era solo Dino Risi, che lo considerava, a ragione, il suo film preferito. Forse perché s'identificava in qualche modo in questo capitano che non ha più il dono della vista ma ci vede molto di più di prima, che nasconde la sua profonda depressione con un atteggiamento bastardesco e crudele, difficile e canagliesco.
Un film splendido, che alterna una prima parte più gogliardica e da commedia nera e una seconda più malinconica e amara. Un dramma sull'amore, sulla solitudine, sulla delusione, buffo e crudele, cinico e affettuoso. La sceneggiatura di Maccari e Risi, che adatta Il buio e il miele di Giovanni Arpino, ha più di una perla. Le dolci note del malinconico Armano Trovajoli s'inseriscono benissimo. Ma il vero asso nella manica è un meraviglioso, istrionico e stupendo Vittorio Gassman, nel ruolo più maturo della sua invidiabile carriera, un vero fiume in piena difficilmente arginabile che regala più di un best moment. Alla sua sinistra si muove con fare tenero e complice il giovanissimo e promettente Alessandro Momo, tragicamente morto prima della fine delle riprese, l'attendente che Gassman si ostina a chiamare Ciccio. La bella Agostina Belli è valorizzata dagli amorosi primi piani di Risi. Molto, giustamente, premiato in ogni dove.
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