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Baikonur

Regia di Veit Helmer vedi scheda film

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La recensione su Baikonur

di OGM
6 stelle

Una favola fuori dal tempo. Ma tutta immersa nello "spazio" ...

Nel cuore del Kazakistan c’è una base spaziale. Poco distante si trova un villaggio, i cui abitanti vivono del metallo che ricade al suolo dopo ogni lancio. Lo raccolgono nella steppa, lo rivendono per poter mangiare. Iskander, dalla sua capanna, segue via radio gli eventi, prende i contatti, indirizza i cacciatori di pezzi di missile. Una vita fatta delle scorie degli altrui sogni di gloria è un terreno fertile, adatto a coltivare una favola. Magari una che viene dal cielo, a bordo di una navicella, indossando una tuta da astronauta. Julie arriva così, come una bella addormentata dell’era tecnologica. Paracadutata  a terra dalla Soyuz, viene recuperata dal suo principe azzurro. Poco importa che questi appartenga ad un popolo di pastori di pecore, che si spostano a cavallo di asini e cammelli. Due anime nomadi, una antica ed una moderna, si incontrano a metà del tempo, in un luogo fuori dal mondo. Sono due persone diverse, ma entrambe amanti delle grandi distanze, entrambe insoddisfatte del posto in cui, per caso, sono nate e cresciute. Ad incrociarsi sono i rispettivi spaesamenti, assetati di infinito, immersi nella leggenda della conquista del cosmo. La fiaba è intinta nei colori caldi e preziosi della poesia romantica, che accendono di magia un paesaggio desolato e primitivo. Un abito da sposa candido e dai ricami colorati è il passaporto per il regno dei sogni, in grado di traghettare il dramma di una donna sconosciuta che ha perso la memoria verso il miracolo dell’amore universale. Il racconto si lascia impregnare dell’ingenuo incanto di un mito ancestrale in cui non si può più credere, ora che tutti i limiti e le difficoltà della pace e comprensione tra i popoli sono stati crudelmente esplicitati dai fatti. Eppure il discorso impossibile fila liscio come l’olio, sulla scia di un momentaneo oblio che rende ogni cosa splendidamente naturale. L’inganno innocente funziona sempre; è il meccanismo generatore dell’illusione che sfida la realtà amalgamandosi con le sue beffarde contraddizioni. Così può accadere, e per un attimo essere bellissimo, anche ciò che alla ragione risulta estremamente stupido e pericoloso. Come una notte d’amore in una grotta, frutto di un equivoco creato a fin di bene.  La commedia sentimentale spiana, con una rassicurante carezza, le asperità di una vita che non ne vuole sapere di sottomettersi alla logica, presa com’è dalla smania di correre verso mete inventate, che non potrà mai raggiungere. Iskander e Julie, per un po’, convertono l’assurdo in meraviglia. Sullo sfondo del conflitto planetario fra culture e superpotenze, nell'eterna schermaglia morale che oppone la semplicità liberatrice alla schiavitù dell’ambizione.   

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