Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
A seguito di un'alluvione, duecento bambini calabresi vengono trasferiti momentaneamente in una colonia a Suna, sul lago Maggiore.
Della folta serie di cortometraggi licenziati da Ermanno Olmi per la Edison, questo è il primo in assoluto a vedere la luce. Appena 22enne e con una minuscola troupe semi-improvvisata di tecnici dell'azienda, che negli anni seguenti diverranno i suoi fedeli sodali artistici, il regista lombardo comincia a raccontare un'Italia uscita a fatica dal secondo dopoguerra e desiderosa di tempi migliori. Qui non è il lavoro, la fatica fisica il fulcro centrale dell'opera, come sarà quasi sempre nei futuro corti per la Edison; bensì è la solidarietà, l'umanità del Belpaese, vista attraverso gli occhi di duecento bambini trasferiti momentaneamente dalla Calabria alluvionata al nordest piemontese. Otto minuti e mezzo, bianco e nero, un'interessante alternanza di narratori: dapprima una voce esterna di adulto maschio, poi quella di un bambino (ancora off) e quindi anche lo stesso Olmi che intervista un bambino in prima persona, comparendo anche sulla scena. 6/10.
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