Regia di Dheeraj Akolkar vedi scheda film
La relazione complicata e straordinaria fra Ingmar Bergman e Liv Ullmann, raccontata da quest’ultima.
“We are painfully connected” è la dedica che Ingmar Bergman scrisse su un bigliettino a Liv Ullmann, all’epoca sua fidanzata, negli ormai lontani anni Sessanta; quasi mezzo secolo più tardi l’attrice – forse la prediletta in assoluto del Maestro – ritorna a Faro, nella casa ‘storica’ di Bergman in cui per qualche tempo anch’ella visse, e ritrova quel bigliettino nella tasca di un peluche. In quel momento qualche lacrima comincia a scorrere sul volto della Ullmann e questo documentario tocca il suo apice, il punto più vero e vivo. Non che ci sia poco di vero e di vivo nel resto del lavoro, diretto anzi con cura dal documentarista di origine indiana Dheeraj Akolkar, che lascia parlare la protagonista andando con grande rispetto a cogliere aneddoti, stati d’animo, approfondimenti sulla storia di un’amicizia molto particolare durata oltre quarant’anni: quella di Liv & Ingmar. Di particolare in questo legame, oltre ovviamente a una figlia (Linn), c’è l’unione nevrotica, ma saldissima, fra le anime dei due, per l’appunto collegate in maniera perfino dolorosa; l’attrice racconta così come conobbe il regista, come la esaltò (e maltrattò sul set, talvolta quasi con sadismo), come convisse per qualche tempo con lui, come il rapporto si ruppe e come la successiva carriera – con tanto di parentesi hollywoodiana – della Ulmann sia essenzialmente merito di Bergman, con il quale mantenne un rapporto di affettuosa amicizia sino ai suoi ultimi giorni, nel 2007. Un’ora e mezza scarsa di durata che vola letteralmente via. 6,5/10.
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