Regia di Jean Cocteau vedi scheda film
In un paese immaginario la regina conduce una vita estremamente ritirata (addirittura evitando di togliersi il velo in pubblico) da quando, dieci anni prima, suo marito è stato ucciso la stessa sera delle nozze. Un anarchico, autore di poemi sovversivi, progetta di ucciderla e, pur essendo ferito, riesce a raggiungere le sue stanze; lei, colpita dalla straordinaria somiglianza con il defunto, lo assiste e lo protegge. Intanto il capo della polizia tesse intrighi. Un film sontuoso, dai dialoghi magniloquenti ma non privi di arguzia. Cocteau si concentra sulla delirante storia di amour fou, trascurando i possibili sottotesti politici (non male l’intellettuale ex barricadero che si asservisce al potere). La confusione ideologica regna sovrana (cosa vorrebbe suggerire la strana alleanza fra trono e plebe allusa nel titolo, che non ha nulla a che fare con l’impero asburgico?), ma tutto è così eccessivo e spudorato da risultare abbastanza godibile o quanto meno curioso.
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