Regia di Dario Argento vedi scheda film
Dopo l'uccello, il gatto e le mosche vellutate Argento- al pari di Leone, il quale, dopo la Trilogia del Dollaro, dirige il suo western definitivo, cioè "C'era una volta il West"-approda al suo thriller definitivo, aumentando il tasso di contaminazione con la materia orrorifica e dando via ad una storia che terrorizza dal profondo. Sotto le note musicali dei Goblin, Argento crea inquietanti atmosfere, raffinate soggettive e personaggi in grado di penetrare tra un nervo e l'altro. Con Pofondo Rosso, unitamente alla trilogia "animalesca", il thriller italiano riformula se stesso e ottiene coordinate nuove, da declinare in epigoni-ma non solo-che riempiranno il cinema di genere degli anni 70. La violenza non è più suggerita, ma, anzi, ogni delitto, eseguito senza risparmiare alcun dettaglio cruento, sembra un mini-film a sé stante. Gli occhi dell'assassino diventano in via definitiva quelli dello spettatore, e il dècor del quadro assume una rilevanza fondamentale nella creazione di una paura che attinge (senza dirlo) a territori ancestrali. Il giallo e il nero si fondono nel rosso del sangue in uno tra gli esemplari più alti del cinema italiano di genere: dopo Profondo Rosso può esserci soltanto l'horror puro (Suspiria).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta