Regia di Dario Argento vedi scheda film
I quadri nel film sembrano i volti delle persone che l'assassino ha ucciso e che ora tiene come trofei, ma manca ancora l'ultimo della lista ed é il più difficile da trovare.. perché si nasconde dietro uno..
Il film è indubbiamente la perla nera di Dario, in tutta la sua bellezza.
Già l'inizio che si vedono le scene girate in un teatro si capisce che il film sarà interessante. Raramente si inizia il film con una morte in diretta davanti un pubblico in teatro, i classici horror seguenti o iniziavano nella solita casetta o in campeggio..
Poi per comprenderlo bisogna analizzare il background e i suoi gusti artistici, cioè questo film non é qualcosa di ignorante, ma interiorizza una importante cultura e originalità personale. Alcune cose secondo me Tarantino le ha prese da Argento, tipo gli stacchi musicali quasi allegri mentre sta per arrivare il colpo di grazia.
Oggi un film del genere è impensabilel perché manca rompere gli schemi e le ripetizioni, manca una formazione artistica e culturale che il regista secondo me, con questo film, dimostra non solo di possedere ma la sa rendere originale, diversa e creativa
Sulla storia: abbiamo una ricorrenza quasi "pedagogica" che affonda le sue radici in shock emotivi generati e non elaborati durante l'infanzia (vedi la parte finale), ma anche qui, l originalità del film sta nel rendere qualcosa di psicologico un elemento cinematografico. Ed è qui che si assiste al grande cinema, basta voler psicologizzare il film, quinsi punta a realizzare del cinema perché alla fine questo fa un regista, non é un psicologo, é soprattutto un artista.
Bella anche l'idea di un indagine portata avanti da un pianista e da una giornalista, ci si aspetterebbe il classico detective, ma anche qui si spezza e si crea qualcosa di alternativo, insomma, rompe diversi schemi e lo condisce, sia nella tecnica e nell espressione (ottima, penso ad esempio la scena iniziale in cui lui e il suo amico si parlano quasi a 40 metri di distanza e altre sequenze e scelte stilistiche interessanti per rappresentare contesti comuni).
Cinema, arte e stile si fondono. La musichetta dei goblin è carina, Carpenter nel suo Halloween secondo me ha fatto un po copia-incolla con il suo "jingle" perché quella specie di carillon musicale ritorna come per ricordare allo spettatore qualcosa di infantile e allo stesso tempo un brivido non risolto ma latente e pronto a mietere in modo un po raccapricciante gli adulti.
Ci sarebbero tante altre cose da scrivere, soprattutto sui gusti artistici, ma lo farò in un secondo tempo.
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