Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
In un lussuoso resort tunisino un ingegnere, in vacanza con la moglie, ritrova una vecchia fiamma; intanto un veggente ha vaghe premonizioni su un omicidio, e uno sfaccendato che vive di rendita decide di forzare la mano al destino (prendendo alla lettera la frase del Giulio Cesare shakespeariano citata nell’ultima scena). Film fiacco, con personaggi poco definiti e di nessun interesse: aveva qualche potenzialità solo quello di Jean Rochefort, che però si limita a fare il manipolatore birichino e maldestro. Contrariamente a quanto promette la pomposa didascalia iniziale, non si assiste ad alcun fenomeno soprannaturale: il presunto veggente campa esibendosi in trucchetti buoni per i bambini, e il finale non fa che introdurre una svolta beffarda ma non certo paranormale. Una nota di particolare demerito per il montaggio, che sembra tagliare le scene a casaccio; ma qui sospetto che non sia solo colpa del regista, perché dai titoli di coda risulta un assistente al montaggio dell’edizione italiana che deve aver combinato danni. Un episodio da dimenticare per Chabrol, che nella sua lunga carriera ha diretto troppi film e non tutti necessari.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta