Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Scritto con Paul Gégauff, collaboratore storico del regista fin dai suoi primi film, questo Profezia di un delitto promette tanto e non mantiene granchè. Le didascalie iniziali ci presentano la pellicola come una sorta di tentativo di rivelare le potenzialità dell'inconscio umano, come una vicenda esemplare su cui riflettere per comprendere il profondo legame fra la realtà e le sensazioni subliminali, le premonizioni. Davvero: nel film di tutto questo c'è pochetto; la preannunciata materia è esposta in maniera tanto brutale e scontata, in una trama piatta e costellata di dialoghi leggerissimi, che neppure sembra di vedere un lavoro di Chabrol, solitamente ben più attento alla definizione psicologica dei personaggi. Qui i caratteri, le idee e i pensieri dei personaggi rimangono continuamente indietro rispetto alla tesi; e la tesi stessa è esposta con assai poca grazia, poca inventiva, predisposta dall'inizio del film a una conclusione facilmente intuibile (parzialmente riscattata dalla pur insensata sequenza finale). Poker di interpreti internazionali per il regista francese: il connazionale (e migliore nel quartetto) Jean Rochefort, il tedesco Gert Frobe e un duetto dimenticabilissimo all'italiana composto da Stefania Sandrelli e Franco Nero (raramente così svogliato nel recitare). 5/10.
Un uomo torna in Tunisia dalla madre morente; con lui c'è la moglie, con cui è in crisi. L'uomo ne approfitta per tradirla con una vecchia amante, mentre un estraneo si avvicina al terzetto per rivelare una profezia di morte esternata da un anziano veggente.
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