Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Noioso esercizio di stile, criptico e privo del necessario ritmo narrativo.
Sadry (Franco Nero) come ogni anno torna a Djerba, suo paese di origine in Tunisia, accompagnato dalla compagna Sylvia (Stefania Sandrelli). Questa volta il viaggio è più spossante per entrambi, soprattutto per Sadry perché sua madre è in fin di vita. Inoltre ritrovare Martine, una sua vecchia fiamma, lo porta sulla via del tradimento. In un albergo locale sosta Vestar (Gert Fröbe) anziano signore che esegue giochi di prestigio e che dichiara di essere un "veggente". L'uomo confessa ad Eduard (Jean Rochefort) una visione che lo tormenta e sulla quale sta indagando: intravede "punti rossi nel cielo" e un omicidio effettuato con in foulard senza capire chi sia la vittima, né tantomeno l'assassino. Eduard, convinto che la vittima possa essere Sylvia, inizia a comportarsi stranamente, cercando di fare avverare la profezia.
"La telepatia, la chiaroveggenza, la precognizione oggi non costituiscono più materia di leggenda o di illusione. Sono fenomeni scientificamente studiati e largamente accertati dalla parapsicologia.
L'uomo che con il suo raziocinio, interferisce negli schemi stabiliti dalla precognizione, cercando di impedirne o sollecitarne la realizzazione, potrebbe anche essere una pedina determinante in un disegno già predisposto.
Avvenimenti che già esistevano in una dimensione senza tempo, possono verificarsi immutati, e apparire al nostro orizzonte di uomini, legati alla successione temporale degli avvenimenti".
(Didascalie introduttive)
Dal romanzo Initiation au meurtre di Frederic Dard, Claude Chabrol dirige un contorto film, ben poco intrigante nonostante il promettente incipit e il buon cast a disposizione. Nuoce probabilmente al soggetto un clima balneare e quindi contrario alle cupe (pre)visioni dell'incerto veggente. Franco Nero, qui una volta tanto in un ruolo da villano, non rende adeguatamente le sfumature psicologiche del personaggio e anche Jean Rochefort, attore eccellente, senza volerlo da un taglio ironico, quando non grottesco, alla recitazione.
Non si capisce poi perchè il film si chiuda così negativamente, facendo pagare gli errori commessi da altri all'unico personaggio innocente. Se si tolgono alcune scene iniziali nelle quali Djerba viene ripresa con un cielo opprimente e carico di nuvole, di questo Profezia di un delitto avanza ben poco da ricordare. Sullo stesso tema, della predestinazione e dell'ineluttabilita' del destino, molto meglio il successivo film di Lucio Fulci, Sette note in nero (1977).
Disponibile in Dvd per la 01 Distribution, in una edizione ridotta all'osso con sola traccia audio italiana, formato video 1.85:1 e nessun extra. Imperdonabile lo spoiler nella sinossi riportata sul retro della cover (durata della versione: 1h28m50s).
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