La recensione su Fast & Furious 6

Forte del successo planetario del capitolo numero cinque, che ampliava la fan-base rispetto ai precedenti episodi, questa nuova avventura ne mantiene le caratteristiche salienti, spostando l’azione dal Brasile all’Europa, alzando decisamente il tiro delle insidie che deve affrontare il collaudato team, capeggiato da Dom Toretto, confermato in toto.  

Dopo il colpo a Rio, Dom Toretto (Vin Diesel), Brian (Paul Walker) e gli altri si godono la vita in giro per il mondo, fin quando improvvisamente non si fa vivo l’agente Hobbs (Dwayne Johnson) che chiede il loro aiuto per sconfiggere un’organizzazione capeggiata da un uomo senza scrupoli (Luke Evans) che punta a generare il caos.

Dom accetta anche perché la sua ex Letty (Michelle Rodriguez), che tutti credevano morta, sembra lavori per lui.

Sarà la loro avventura più pericolosa.

Fast & Furious 6 (2013): Paul Walker, Dwayne Johnson, Vin Diesel

L’ultimo capitolo della serie diretto da Justin Lin, per il prossimo ormai venturo il testimone passa al Re Mida dell’horror James Wan, amplifica quanto di “nuovo” si era visto nel precedente, esasperandone tutti i tratti alla ricerca della massima spettacolarità.

Questo senza dimenticarsi di alcuni tratti originali e salienti; i “nostri” sono una famiglia (in tal senso è quasi commuovente l’ultima scena di gruppo che segna il voluto sentimentale commiato del regista da questa avventura), mentre per la prima volta c’è un nemico in senso stretto che invece, per antitesi, verso i suoi uomini non nutre alcun sentimento per cui se muoiono è solo per causa loro (e non certo un problema suo).

La trama è comunque più articolata del previsto, ma questo aspetto non porta grossi benefici, anzi l’andamento appare più appesantito, ovviamente è tutto molto “fast” (non si fa economia sui mezzi da spremere) ed ancora più “furious” (aumentano vertiginosamente le armi da fuoco), con una gran tecnica nelle scene più caotiche, che in fondo sono tre (il primo “incontro” a Londra, le scorribande a Tenerife e lo scontro all’aeroporto militare) nelle quali si da ampia sfoggio del budget, ma al contempo ci si fa anche prendere troppo la mano (vedasi alcuni voli da morte certa con i protagonisti che manco si fanno un graffio) con anche alcune unità di tempo (Brian vola e torna dagli States come se questi fossero dietro l’angolo) e spazio (la pista di decollo del finale è la più lunga della storia umana …) che proprio non tornano.

Un grosso contributo è affidato ai personaggi, ormai di casa per molti spettatori, e quindi agli interpreti; Vin Diesel accusa un po’ gli anni, ma non molla un colpo, Dwayne Johnson già solo per la mole è impressionante (ed i due insieme sono affiatati), Paul Walker agisce di pura routine (e dopo la sua tragica morte vederlo sfrecciare non desta sentimenti felici), Tyrese Gibson e Ludacris hanno sempre la battuta pronta, mentre tra le new entry ecco una tosta Gina Carano, che però non lascia una gran traccia di se, e Luke Evans nelle, per lui insolite, vesti di villain, con capello corto e sguardo truce che se la cava meglio di quanto immaginassi.

Un film che accellera ed accumula sempre di più, ma che perde un po’ di quota rispetto alle ultime uscite, questo nonostante le sempre maggiori possibilità d’azione (con quindi sempre più vasti scenari e mezzi da guidare e distruggere) che avanzano assai più spedite delle idee alla sceneggiatura che comunque qualcosa offre (con tanto di richiamo alla prossima avventura sui titoli di coda con un villain d’eccezione in arrivo).

Divertente anche se un po’ al ribasso nella riuscita generale.