Regia di J.J. Abrams vedi scheda film
Tornano i top gun spaziali della rinata Star Trek di J.J. Abrams, e dei suoi soliti sodali Kurtzman, Orci e Lindelof, questa volta in 3D e con scene in esterno girate in IMAX. Per rendere la serie attuale si inizia con un attentato terroristico e un’azione militare segreta, dove i torpedo sperimentali fanno pensare ai droni, situazioni che portano a un conflitto etico tra i personaggi, ma sono presto sacrificate sull’altare dell’azione e ammutolite dalla musica costante. La regia è inoltre più confusa che spettacolare mentre i colpi di scena non stupiscono e richiedono involute spiegazioni degli antagonisti. Di buono ci sono il villain interpretato da Benedict Cumberbatch, che si mangia in un sol boccone Chris Pine, e i siparietti ironici, in particolare di Simon Pegg e Karl Urban. Per quanto efficaci però non bastano, perché il racconto perde pezzi strada facendo, come i klingon introdotti e subito dimenticati, e Abrams abusa del suo caratteristico riflesso sulle lenti, qui quasi onnipresente. Vero limite del film è poi l’autoreferenzialità: se il precedente – nel bene o nel male a seconda dei gusti – per lo meno regalava sorprese nel suo stravolgere Star Trek, questo invece si limita a ripetere la formula e a ricombinare gli elementi narrativi di L’ira di Khan. Da un sequel-reboot si è già arrivati a un sequel-reboot-remake, dove le strizzate d’occhio verso i fan prevalgono troppo spesso sul cinema.
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