Regia di Tom Vaughan vedi scheda film
Miley Cyrus in versione Ethan Hunt si arrampica sulla parete di un hotel di lusso: non è un videoclip, ma l’apertura dell’action comedy in cui la stellina pop veste gli improbabili panni di detective privata, badass e motociclista. Ancora più improbabili i panni che le cuce addosso un agente dell’FBI che la vuole sotto copertura, infiltrata in una “sorellanza” per studentesse snob di un college di New Orleans (il titolo italiano camuffa l’ambientazione universitaria per rivolgersi a un pubblico più giovane). La classica sequenza di extreme makeover alla Pretty Woman (ma in sostanza si tratta solo di piastrare i capelli e aggiungere un paio di tacchi) trasforma il maschiaccio in oca svampita, pronta a fingersi una del gregge per scoprire chi gioca sporco in un confuso plot di mafia e testimoni scomodi. Una sorta di Miss Detective per teenager, costruito però intorno alle smorfie sintetiche della Cyrus, incapace di mostrare un grammo di verve comica. Lo script, che migliora quando si avvicina all’accoppiata di idiozia & cattiveria in zona Mean Girls (con tocchi demenziali alla 21 Jump Street), sfodera qualche momento divertente con la complicità dell’onesto mestierante britannico Vaughan, ma si brucia tutto quando tenta di far prendere sul serio il risibile plot spionistico. Aleggia, a tratti, il sospetto che con un’interprete diversa la pellicola sarebbe stata gradevole: ma l’operazione è troppo Cyrus-centrica e derivativa per raggiungere la sufficienza.
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