Trama
Un gruppo di cinque amici ventenni si trova in una remota casa di montagna. Qui, i ragazzi scoprono un libro dei morti appartenuto a un vecchio archeologo, attraverso cui involontariamente evocano i demoni dormienti che popolano i vicini boschi. In successione, i ragazzi vivranno sulla loro pelle i drammatici effetti che tale errore provoca fino a quando solo uno, lasciato ancora in vita, si ritroverà a lottare per la sopravvivenza.
Approfondimento
LA CASA: IL REBOOT DEL CULT DI SAM RAIMI
Un'isolata casa nel bosco si trasforma in un sanguinoso teatro degli orrori quando un gruppo di amici ventenne risveglia a loro insaputa un antico demone: così cominciava nel 1981 La Casa, horror cult diretto da Sam Raimi e così inizia anche La Casa di Fede Alvarez, che dell'opera di Raimi è un remake aggiornato al 2013 con una serie di agghiaccianti e terrificanti nuovi colpi di scena e uso delle moderne tecnologie. Con alle spalle la produzione dello stesso Raimi con Rob Tapert e Bruce Campbell, la sceneggiatura di La Casa di Alvarez, scritta dall'esordiente regista e da Rodo Sayagues, prende avvio quando Mia, una giovane donna la cui vita è segnata dalla perdita e dalla dipendenza, chiede al fratello David, alla di lui fidanzata Natalie e agli amici Olivia ed Eric di accompagnarla nella casa di famiglia tra i boschi per una vacanza che dovrebbe aiutarla a superare le proprie angoscie e a lasciarsi alle spalle l'uso di droga. Una volta giunto a destinazione, il gruppo ha da subito una sgradita sorpresa quando scopre che la cantina della casa è stata trasformata in un grottesco altare circondato da decine di animali mummificati. Affascinato da un libro antico (risalente al XII secolo ma che con il tempo ha raccolto l'aggiunzione di diverse note) che trova sul posto, Eric ne diviene schiavo dei contenuti misteriosi che, una volta letti a voce alta, scatenano conseguenze indicibili. Chi vive sulla propria pelle gli effetti peggiori è Mia, il cui comportamento diventato violento e brutale costringerà David a una scelta inimmaginabile.
DIFFERENZE CON L'ORIGINALE DEL 1981
La volontà di realizzare un nuovo film legato a La Casa si deve a Sam Raimi, che per anni ha coltivato l'idea di dare nuova linfa a un film che - girato in 16 millimetri e distribuito in un numero esiguo di copie - in pochi avevano visto al cinema. I nuovi mezzi produttivi a disposizione e un budget maggiore rispetto a quelli del 1981 hanno contribuito a far partire la produzione di un reboot affidato all'esordiente Fede Alvarez. Impostosi sulla scena cinematografica con il corto fantascientifico Ataque de pánico!, Alvarez - come in un racconto che si tramanda di generazione in generazione e cambia con il susseguirsi delle versioni - ha portato il suo tocco personale per aggiungere, modificare e tagliare diversi elementi di una sceneggiatura originale considerata di ferro già di suo (prova ne sono i vari scopiazzamenti generati nel corso del tempo). A differenza dell'originale del 1981, Alvarez decide di fare di Mia la protagonista principale e di cambiare la trama. Mentre nel film di Raimi il gruppo di amici si recava nei boschi per bere e fumare erba, Alvarez sceglie di puntare su una storia inversa: Mia e i suoi amici questa volta si recano nel bosco per aiutare la ragazza a lasciarsi alle spalle il passato da drogata e a ricominciare da capo.
La casa stessa, inoltre, è legata alla storia familiare di Mia e del fratello David: nella versione di Alvarez, è stata costruita intorno al 1920, ha avuto il suo massimo splendore negli anni Cinquanta ed è stata poi abbandonata con il passare del tempo ma conserva ancora i segni dei bei momenti che i due fratelli hanno lì trascorso insieme alla madre.
I PERSONAGGI PRINCIPALI
Ad interpretare Mia è la giovane attrice Jane Levy, protagonista della sit-com Suburgatory. La sua vulnerabile Mia è la più giovane del gruppo di amici: sorella minore di David e quasi una sorella anche per Eric e Olivia, Mia è sopravvissuta a un'infanzia difficile (la madre era malata di mente) ha bisogno di essere protetta, compito per il quale David non sembra essere portato. La prima ad accorgersi di quanto viene scatenato dal libro ritrovato in cantina è lei ma nessuno ascolta le sue parole sul pericolo che corrono rimanendo nella casa tra i boschi. L'evoluzione della storia porta Mia ad essere posseduta dal male e a trasformarsi in un essere animalesco e privo di pietà per le sue prede, dando inizio a un incubo primordiale le cui vittime sono sia i rimanenti membri del gruppo sia lei stessa. Mentre Mia viene totalmente trasformata (sono occorse più di 3 ore di trucco quotidiano per rendere "spaventosa" Jane Levy), il fratello David e i tre amici continuano a vivere in una dimensione "reale", incapaci di credere a quanto sta avvenendo sotto i loro occhi. Ad interpretare David è Shiloh Fernandez, che ha dovuto vincere molte sue resistenze prima di accettare il ruolo.
Ruolo chiave per La Casa è quello di Eric, colui che ritrova il libro (che si rivela essere il Necronomicon) e scatena l'inferno leggendolo ad alta voce. Eric, attratto verso il testo da qualcosa di molto più forte della semplice curiosità, è interpretato da Lou Taylor Pucci.
Per la parte di Olivia, i produttori Sam Raimi e Rob Tapert hanno invece scelto Jessica Lucas, con cui avevano già lavorato in Drag Me to Hell. Infermiera determinata ad aiutare Mia a liberarsi dai demoni che la attanagliano, Olivia è la più scettica nei confronti del soprannaturale.
Elizabeth Blackmore interpreta infine Natalie, la fidanzata di David desiderosa di far colpo sugli amici di lui appena conosciuti.
ALL'INSEGNA DEL REALE
Le riprese di La Casa, girato con una fotocamera digitale, si sono svolte ad Auckland, in Nuova Zelanda, in una vera casa tra i boschi costruita appositamente per il film. Allo scenografo Rob Gillies è spettato l'arduo compito di crearne atmosfere e ambienti (due soli piani: pianterreno e seminterrato) che, seppur con un aspetto differente, rendessero omaggio alla casa dell'originale del 1981. Gillies è anche colui che ha ricreato il famigerato "Libro dei morti", un volume abbastanza semplice ma reso spaventoso dalla rilegatura in carne umana, dal sigillo fatto di filo spinato e dalla scrittura che diviene sempre più folle e colorata. Fedele al desiderio di ricorrere il meno possibile agli effetti speciali computerizzati, il regista Alvarez ha puntato molto sugli elementi reali e sul trucco per generare terrore, avvalendosi dell'aiuto del supervisore George Ritchie, dell'esperto di protesi Roger Murray e della truccatrice Jane O'Kane. Ad aumentare l'effetto reale hanno contribuito anche il grande volume di fluidi corporei ricreati per le riprese: 25 mila litri di sangue e 300 di vomito sono stati usati per rendere diverse sequenze terrificanti e al tempo stesso disgustose.
Note
Affastellando strutture slasher e nuclei esorcistici, derive zombie e aperture stregonesche, Alvarez perde il filo della storia che deve raccontare e di quella che lo ha preceduto, sacrificando la matrice ludico-grottesca in nome di una drammaticità inseguita e mai raggiunta. Tra seghe elettriche, vomito verde e piogge di sangue, in quella casa si sfiora il ridicolo, in una logica dell’accumulo da supermarket dell’orrore obsoleta e degna, piuttosto, di un discount. Cosa lasciare, allora, nel carrello? La potenza dell’immagine singola e il cruento make up della violenza, a tratti piacevolmente disturbante. Il resto è merce avariata.
Trailer
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Commenti (7) vedi tutti
La casa di Raimi è un film irripetibile, uno di quei connubi perfetti che nasce quasi per caso, un miracolo cinematografico in cui erano più le probabilità che tutto andasse storto e invece il mix riesce. Ad Alvarez il merito di non riprovarci nemmeno: nuova storia, nuove atmosfere. Eppure è impossibile restarne delusi, Alvarez ha davvero talento.
leggi la recensione completa di Yayas82Per me meglio di quello del 1982 !
leggi la recensione completa di chribio1Definire nell'approfondimento la Sony F65 una fotocamera digitale è alquanto riduttivo ed errato, è una cinepresa digitale da 70,000 euro per il corpo. Basta fare un check su Imdb.
commento di CarloMacchiavelloInutile quanto inevitabile remake di un classico dell’horror anni ’80, con abbondanza di sangue ed effetti speciali.
leggi la recensione completa di Fanny SallyPrima c'e' l'antefatto poi cinque ragazzi si installano in una casa sperduta e succede di tutto e di piu'.Insopportabile,deleterio,ripetitivo,visto mille volte…inguardabile…il peggio del peggio del cinema horror.Amen.
commento di ezioIl confronto con l'originale nasce sempre spontaneo…ma non è comunque un prodotto da buttare nella spazzatura…più che un remake è meglio considerare questa pellicola come un sequel ambientato ai giorni nostri…non male.
commento di ROBERTO800Non mi ha convinto…si realizzato bene, buoni effetti, sangue a go-go…peró manca di quello sporco..che rendeva il film di Raimi affascinante…la storia piú o meno é quella peró non so manca qualcosa…il mistero forse…
commento di vix