Regia di Richard Curtis vedi scheda film
Al cinema di viaggi nel tempo se ne sono visti a palate, non è quindi cosa nuova, ma Richard Curtis li porta all’interno di una commedia romantica sfruttandone ovviamente i clichè del caso (praticamente innumerevoli le possibilità a disposizione), riuscendo però a creare un microcosmo trascinante, con un fiorire di idee che riescono a colpire direttamente al cuore, tra intelligenza, sentimento e tanto humour in stile britannico, insomma trattasi di un vero e proprio toccasana trasversale.
Tim (Domhnall Gleeson) è un ragazzo un bel po’ sfigato, almeno fin quando non scopre dal padre (Bill Nighy) di possedere la capacità di viaggiare nel tempo.
Non sempre tutto va comunque come vorrebbe Tim, ma quando conosce Mary (Rachel McAdams), ogni peripezia è buona per sistemare le cose, per lui si tratta infatti dell’amore della vita.
Scoprirà comunque che non tutto è ripercorribile all’infinito.
Il cuore è un elemento iper sensibile, Richard Curtis con le commedie romantiche ha sempre saputo farci e con l’espediente cardine dei viaggi temporali ha la possibilità di sbizzarrirsi in infinite soluzione.
E se a volte questo pare un esercizio di stile divertente e poco più, nella maggior parte dei casi diviene sfoggio di idee che vanno oltre, riuscendo ad infrangere completamente la barriera partecipativa, generando una sequela di scene che spaziano dal candore più innocente al divertimento più sfrenato, sfociando poi nel dolore che non rimane però confinato nel suo conosciuto angolo, ma che invece può conoscere ulteriori sfumature.
Questo grazie ad una sceneggiatura brillante ed appassionata che anche nel più semplice incontro sa costruirci attorno qualcosa di diverso (il primo incontro al buio per esempio), che si ripete senza paura, arricchendosi di tanti piccoli, a volte grandi, aneddoti, ad esempio le donne che respingono Tim con scuse diverse anche usando il salto temporale, in fondo non esiste alcun artificio con cui “puoi obbligare una donna ad amarti” (chapeau).
Non mancano chiaramente un po’ di malizia e trucchetti per inspessire i toni e fa piacere che ci sia anche un pizzico di Italia con la traccia “Il mondo” di Jimmy Fontana (link per vedere la pazza e bellissima scena) utilizzata per dar vigore al matrimonio e che ricorda sempre l’importanza dei nostri artisti in giro per il globo.
Ma se il film è per sua stessa natura di rara piacevolezza, non manca certo di proporre temi; la vita è fatta di scelte, tutto ha un prezzo, il rapporto padre/figlio è qualcosa che va al di là anche della morte e poi perché non lasciare anche un insegnamento; vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo e l’unico.
Tutto ciò è reale testimonianza di un’innata ricchezza complessiva di idee e conseguenti scene suggestive e d’impatto, tanto che raramente ne ho viste di tagliate (disponibili nella versione bluray) così felici; una poi è addirittura forse meritevole di menzione tra le migliori di tutte (un peccato non sia finita nel montaggio definitivo), con Tim che porta Mary all’ospedale per partorire e passando per una trafficata Abbey Road richiama i Beatles con il famoso passaggio sulle strisce pedonali; per far defluire i turisti più velocemente Tim scende dall'auto ferma in coda, ma poi si fa prendere dall’entusiasmo della cosa … .
Ed anche il cast è intrigante; Domhnall Gleeson e Rachel McAdams si mescolano benissimo nonostante l’età sia diversa (merito della bellezza effervescente e cristallina della seconda), mentre Bill Nighy e Lindsay Duncan sono più controllati, ma la classe non mente.
Tutto ciò va a comporre un'opera sconfinata nel filone romantico con brio, in tal senso rimane un film vicino all'essere definitivo, tanto che pure il regista Richard Curtis è conscio che fare un passo in avanti dopo questa pellicola è impresa ardua (per cui avrebbe dato l’addio alle scene).
Pura magia (affettiva).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta