Regia di Richard Curtis vedi scheda film
Come poter viaggiare nel tempo senza effetti speciali? Basta un armadio, un guardaroba, un luogo buio. A 21 anni Tim Lake scopre dal padre che gli uomini della sua famiglia hanno sempre avuto la capacità di viaggiare nel tempo. Quando si trasferisce a Londra per fare il tirocinio come avvocato, conosce Mary e i due si innamorano. Col tempo però comprende che questo potere non può risparmiargli le sofferenze di ogni esistenza. Diventa ancora più magico ed emozionante il cinema di Richard Curtis nel momento in cui smonta e ricostruisce all’infinito le coordinate spazio/tempo, guardando al Gondry più esaltante (Se mi lasci ti cancello) ma anche a quell’illusione puramente cinematografica dove i frammenti sfuggenti della vita possono invece essere replicati. La coralità della commedia sentimentale inglese (tipo Quattro matrimoni e un funerale di cui Curtis era sceneggiatore) cambia marcia, si spinge in una dimensione anni 50 con i riflessi dei colori stordenti che sembrano arrivare da Minnelli così come nel precedente I Love Radio Rock “ritornavano” le acrobazie musical da George Sidney. Curtis cattura istintivamente le mutazioni del sorprendente protagonista Domhnall Gleeson che cambia nel tempo del film come l’Adele di Kechiche, e di Rachel McAdams che sembra vivere quasi come pura proiezione di un sogno. E questo è il suo Big Fish. Dove la vita e la morte sono flusso ininterrotto.
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