Regia di Richard Curtis vedi scheda film
Tenerello e parecchio fragile questo About Time.
Un’ode all’amore molto british
ed eccessivamente politically correct.
L’esatto contrario di un Déjà vu, ad esempio, dove anche solo a scalfirlo, lo spazio tempo, si creavano caos a palate e cinema adrenalinico.
Questione di Tempo è la storia di Tim, ventunenne sfigatello come tanti, fino al cruciale momento in cui il padre gli rivela come tutti i maschi di famiglia abbiano il potere di muoversi nel tempo, anche se soltanto a ritroso, per poter riaffrontare parentesi già vissute, ma che riguardino esclusivamente la propria esistenza (quindi impossibile, ad esempio, far fuori gli Hitler o salvare i Kennedy...).
Basta infilarsi in un luogo buio - meglio se un armadio -, stringere i pugni e pensare ad un momento del personale passato dove, d'incanto, trovarsi di nuovo per variare qualcosa a proprio favore, ovvio che (anche se magari non per qualcuno) il nostro Tim sfrutterà la ghiotta occasione per risolvere i suoi sogni d’amore.
Gli sviluppi passano, però, dal potenziale sconvolgimento dell’esistenza - attraverso svariate, ed anche parzialmente drammatiche, vicissitudini, che vedranno coinvolti anche una serie di simpatici comprimari nei panni della curiosa famiglia di Tim (vera nota positiva della pellicola) -, fino all'epilogo che inneggia fin troppo alla semplicità ed al buon senso, e che si adagia a misura, ma come un pallone sgonfio, su uno stucchevole finale dalla morale bacioperugggina:
“Tutti, in fondo, viaggiamo nel tempo”. In tempo reale. In questo particolare caso, spesso anche a ralenty.
La nostra vita è un continuo defluire di tempo su tempo, e dovremmo godercelo, assaporarlo attimo dopo attimo, con altri occhi ed altro spirito, rilassarci a ritmo di clessidra, dedicarci al tempo che passa, anziché strizzarlo e stressarci.
Ecco il messaggio di Richard Curtis, già regista di Quattro matrimoni ed un funerale oltre che di Notting Hill.
Certo una bella filosofia applicabile con esatta serenità quando Tim, proprio a sigillo di pellicola, esaltando la bellezza del giusto scorrere delle lancette d'orologio, annuncia con non chalanche di poter fare a meno del suo “potere rettificante”, mettendosi in bella mostra, sorridente, coi suoi tre figli bellissimi, un lavoro d'avvocato tutto soddisfazioni ed una mogliettina gnocca da paura (sposata, comunque, sfrucugliando i superpoteri....)
E grazie al ciufolo!! direbbe più di qualcuno (a cominciare da me...).
Vediamo se alla prima stortura che la vita ti riserva, con in mano il potere di raddrizzare tutto, sei ancora disposto a pensarla cosi... ma il film non fa, o non vuole, fare in tempo, stavolta.
Non si prende affatto la briga di poter/voler tramare contro quest’oasi di felicità... etermina così, sullo zuccheroso più melenso, tutto rose e fiori, sole e sorrisi, smancerie e cuori palpitanti...
ed è proprio questo che non posso perdonargli...
del resto lo stesso regista in un’intervista a Primissima, dichiara: “E' un film contro i viaggi nel tempo e su come si può essere felici nel nostro presente”,
che non è poi 'sta grande impresa se ti gira tutto per il verso giusto!!...
comunque, a parte il mio personale desiderio, a fine pellicola, di chiudermi nello sgabuzzino delle scope del cinema stringendo i pugni e cercando almeno di recuperare un rewindino di giusto un paio d'ore per potermi vedere un altro film al posto di questo viaggio-nel-tempo-slow-motion, il suggerimento resta valido per il nostro diligente regista Curtis:
prova ad entrare nell’armadio più buio di casa, Richard, strizza gli occhietti e stringi forte i pugni, ritrovandoti magari bello vispo a due/tre anni fa, con in mente una bellissima , grandiosa idea su un film sui viaggi nel tempo... ed ecco, proprio in quel momento, prova a pensare intensamente: “Viaggi nel tempo?!? Ma chi me lo fa fare!!.. invece mo’ giro un bel western cogli indiani, i cowboys, i cavalli e tutto il resto... “
e vedrai che il tempo si ri-sroloterà sereno e pacioso, con incredibili effetti benefici per gli spettatori del futuro...
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