Regia di J. Lee Thompson vedi scheda film
n Sudamerica, negli anni Ottanta, i regimi imperanti utilizzavano spesso la tortura per sobillare, massacrare e tenere sotto scacco i popoli oppressi: in "Professione giustiziere", un medico dai metodi particolarmente ricercati quanto crudeli, viene assunto da vari governanti per effettuare ogni tipo di sadismo sui disgraziati che vengono a lui sottoposti. Viene chiamato in causa un ex-killer molto abile, che vive in un buen retiro, per eliminare il dottore-mostro e la di lui sorella, altrettanto anima nera e socia del congiunto. Una delle nove collaborazioni tra J.Lee Thompson e Charles Bronson è "Professione giustiziere", con il divo dell'action-movie sulla via del tramonto, per sopraggiunti limiti di età (avrebbe comunque girato altri episodi della serie "Il giustiziere della notte", e qualche altro titolo da duro), ma ancora in forma; rispetto ad altre pellicole che vedono Bronson sterminare file di cattivi che l'hanno colpito duro, ma hanno sottovalutato gli effetti della sua vendicatività, questo accenna uno sfondo sociologico-politico, con una rivolta di uomini tenuti come schiavi, nel finale. Chiaro che non si debbano ricercare finezze, ma Thompson aveva molto mestiere, e il baffuto Charles, soprattutto se si confronta a molti suoi eredi, rivisto oggi acquista spessore e appare meno spaccone. Finale con giustizia inesorabile, tra le rocce del Messico. Il titolo originale, "Il Male che gli uomini commettono", per chi non lo sapesse, è una citazione del "Giulio Cesare" scespiriano.
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