Regia di Alan Taylor vedi scheda film
Cambio alla regia per il dio del tuono, che passa dallo shakespeariano Kenneth Branagh all’Alan Taylor di Il trono di spade. Scelta appropriata perché questa volta si esplorano i nove mondi asgardiani, ma non ci si limita al fantasy e tra lame e scudi lampeggiano i laser, inoltre la dorata città di Asgard è attaccata da nere astronavi in un impasto tecnomagico che sarebbe piaciuto a Jack Kirby. A minacciare l’intero universo è Malekith, un elfo oscuro ibernatosi in attesa di una nuova congiunzione astrale. Avversario non memorabile ma funzionale, perché il suo piano fa rientrare in scena Loki, vero mattatore del film, e trasporta la terrestre amata da Thor su Asgard. Abituato al fantasy televisivo, Taylor imita senza successo la battaglia iniziale dal prologo di Il Signore degli Anelli - La compagnia dell’anello, ma dopo pochi altri colpi mancati trova un tono epico e solenne, che non dimentica di coniugare alla distintiva ironia dei film Marvel Studios. Ne viene così una seconda parte genuinamente divertente, dove anche lo scontro finale preferisce lo stupore e lo humour alla greve grandeur, per esempio, di L’uomo d’acciaio. Blockbuster senza troppe pretese, Thor - The Dark World aggiunge poi nuovi pezzi all’ampio mosaico Marvel, con due scene durante i titoli di coda. La prima delle quali è diretta da James Gunn, regista del prossimo Guardians of the Galaxy, e se ci si mette il cameo di Chris Evans si respira davvero l’aria di universo condiviso.
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