Regia di Alan Taylor vedi scheda film
Una premessa necessaria è: si consiglia la visione degli episodi della saga in sequenza, osservando l'ordine di uscita, perché gli eventi precedenti sono sovente citati nei successivi. Meglio è forse riassumere le tante puntate del crossover.
In principio era Iron Man (2008), seguito a ruota da L'incredibile Hulk (2008). Poi fu la volta di Iron Man 2 (2010). Ulteriori passi si compirono in Thor (2011) e in Captain America - Il primo Vendicatore (2011). Il cerchio della cosiddetta Fase Uno, la "realistica", si chiuse infine con The Avengers (2012). Quindi Iron Man 3 (2013) inaugurò la Fase Due, la "cosmica", che ora prosegue con quello in oggetto, ossia Thor - The Dark World (2013), e che ha ancora in serbo Captain America - Il Soldato d'Inverno (2014), I Guardiani della Galassia (2014) e a conclusione The Avengers - Age of Ultron (2015). In futuro chissà. I piani sono al momento nebulosi circa la Fase Tre, la "magica", avviata probabilmente da Ant-Man (2015), ma con il Doctor Strange tuttora in cantiere e varie altre ipotesi nel limbo per quanto concerne gli altri tre ignoti titoli programmati.
Terminate le doverose puntualizzazioni iniziali, posso adesso tornare al secondo capitolo di una possibile trilogia incentrata sul possente eroe mitologico dei fumetti, l'ottavo atto della serie nel suddetto Marvel Cinematic Universe. Rispetto all'esordio diretto da Kenneth Branagh, che lamentava una qualità discontinua, purtroppo si riscontra una mancata evoluzione. Il promuovere comunque il risultato non può certo esimermi dal criticarlo, perché a mio avviso si è persa un'occasione per un progetto grandioso. Non si è fatto tesoro di alcuni errori del passato e se ne aggiungono di nuovi. Dunque si migliora da un lato, ma nel contempo dall'altro si peggiora. Nel complesso si rimane sul medesimo standard, quasi buono eppure troppo distante dall'ottimo.
Progressi:
Il tono da epopea, che abbraccia inoltre uno stile storico e realistico, ha il sopravvento e prevale sull'inappropriato umorismo di bassa lega, il confinamento del quale giova nel renderlo pure maggiormente sopportabile e digeribile. Qualche battuta o momento divertente riesce addirittura a strappare un sorriso sincero di apprezzamento. L'intreccio, pur nella sua sostanziale semplicità, è forse meno prevedibile. Rene Russo (Frigga) ottiene un maggior peso specifico e non sfigura (anzi!) né in intensità né in valore. Tom Hiddleston (Loki) si afferma di nuovo come il migliore e stavolta i suoi piani saranno da vero Ingannatore. L'ingresso nel cast di Christopher Eccleston (Malekith) è di sicuro impatto scenico.
Conferme positive:
Lo spettacolo è godibile e ha successo lo sforzo nel rendere scienza ciò che nel genere fantasy sarebbe magia. Nessuna sorpresa sul fronte degli effetti speciali, sempre visivamente all'avanguardia. Chris Hemsworth (Thor) continua a essere credibile e a proprio agio nel ruolo. Idris Elba (Heimdall) buca lo schermo.
Conferme negative:
L'approccio è sovente troppo superficiale per destare il pathos necessario. La storia d'amore resta posticcia e pretestuosa. Natalie Portman (Jane Foster) rasenta la classica donna soprammobile. Jaimie Alexander (Sif) e i Tre Guerrieri, Ray Stevenson (Volstagg), Zachary Levi (Fandral) e Tadanobu Asano (Hogun), sono poco più di mere comparse di sfondo. Kat Dennings (Darcy Lewis) ha qualche momento accettabile, ma in massima parte è l'indiscussa protagonista dello scadere in una ridicola mediocrità...
Regressi:
...assieme all'altra futile presenza di Stellan Skarsgård (Erik Selvig), coadiuvante nell'imbarazzante comicità che sminuisce i contenuti e induce a non considerare seriamente diversi frangenti drammatici. La sceneggiatura prevede che non tutti i dialoghi siano teatrali o efficaci quanto dovrebbero. La colonna sonora di Brian Tyler perde l'eccellenza conquistata a suo tempo da Patrick Doyle. Suscita qualche emozione, sì, ma non è mai "da brividi" per l'alto coinvolgimento. Stupisce in negativo la scarsa convinzione e la stanchezza di Anthony Hopkins (Odino), con conseguenze sia sull'interpretazione sia sul carisma. E lo svolgimento stesso della storia sembrerebbe averne preso atto.
Penso di aver concluso la mia trattazione. Sperando di non aver trascurato nulla d'importante, mi concedo soltanto un'ultima segnalazione. Come da tradizione, suggerisco di attendere i titoli di coda, per un'anticipazione succosa nel mezzo e una scena (questa inutile, a mio giudizio) al termine. Quanti hanno mancato questi due contributi?
Superata la missione dei "Vendicatori", Thor sta combattendo per tentare di ristabilire l'ordine nei Nove Regni, salvandoli da un misterioso nemico che vorrebbe dominarli tutti. Infatti, l'antica dinastia degli Elfi Oscuri, guidati dal malvagio Malekith, in cerca di vendetta contro Asgard, intende trascinare l'universo nelle tenebre. Di fronte a una minaccia cui nemmeno suo padre Odino sembra in grado di opporsi, Thor dovrà intraprendere il viaggio più pericoloso e introspettivo della sua vita, che prima lo ricongiungerà all'amata Jane Foster ma poi lo obbligherà a chiedere l'aiuto del fratello Loki.
Onore al merito di Brian Tyler per il suo sforzo affatto disprezzabile. Può ambire almeno al terzo posto (onde decidere, dovrei riascoltare le musiche di Craig Armstrong per L'incredibile Hulk e di Alan Silvestri per The Avengers). Tuttavia mi aspettavo un risultato assai più appagante, alquanto superiore alla media dei film targati Marvel Studios. Rebus sic stantibus, invece, la colonna sonora di Patrick Doyle per Thor si conferma saldamente in testa, inarrivabile nella viva e vibrante soddisfazione della sua fruizione.
Non avrei avuto paura di osare un più ampio respiro, secondo l'epica di un glorioso tempo che fu.
L'incarnazione fisica di Thor nel vero senso della parola.
Ha più doti e capacità di quelle concessegli da questa Jane Foster.
Meraviglia con la sua interpretazione di Loki realmente convincente.
Un Eric Selvig con più infamie che lodi.
Il suo Heimdall buca lo schermo e resta impresso nella mente.
Capace di un elevato magnetismo, è Malekith.
La comic relief Darcy Lewis. Superflua.
Una garanzia per un Odino altamente carismatico. Ma l'attore sembra non crederci più.
Solenne nelle vesti divine di Frigga.
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