Regia di Alan Taylor vedi scheda film
Tutt'altro che memorabile si rivela questo secondo film dedicato al biondo dio Thor la cui faccia è quella dello statuario e granitico attore australiano Chris Hemsworth. Thor ha l'opportunità di ritrovare la dottorossa Jane Foster che, attraverso un portale rinvenuto più o meno accidentalmente, finisce in un mondo alieno alquanto inquietante. L'Aether una sostanza liquida dall'enorme potere si impossessa di lei. Thor viene avvisato dal guardiano del Bifrost che la bella dottoressa è sparita nel nulla. La trova e da quel momento lotta per salvarla dal maleficio alieno. Nel frattempo un fenomeno cosmico che si sta manifestando a distanza di migliaia di anni dall'ultima volta risveglia gli appetiti dell'oscuro elfo Malekith che desidera distruggere Asgard e dominare un universo tornato all'aspetto primordiale.
Alan Taylor sostituisce Kenneth Branagh alla regia e il film non ci guadagna alcunché. Anzi, mette in secondo piano gli aspetti shakespeariani che avevano reso decisamente più affascinante il primo film. La vetta drammaturgica è raggiunta con la morte di Frigga che per una frazione di secondo unisce Thor e Loki nel dolore della perdita. È solo un momento in quanto Loki non può fare a meno di seguire il proprio solitario e tragico destino. Sopra la terra la narrazione gira a velocità maggiori grazie ai colpi di coda del dio cornuto. I fan di Thor non possano, però, sentirsi lusingati dal trattamento riservato all"uomo col martello. Ancora una volta il figlio buono di Odino viene dipinto come un allocco alla mercé del fratellastro.
È sulla Terra, tuttavia, che la trama manifesta i suoi limiti ed il ritmo arranca. Il pretesto per tirare in ballo la fidanzatina del dio, messa in naftalina dopo il "Thor" di Branagh, è piuttosto esile, per non dire puerile. Trascinata di qua e di là come una pigotta tra le mani di un'infante il personaggio interpretato da Natalie Portman è simile ad un inutile ornamento. Donano, invece, un po' di vivacità il dottor Selvig che corre nudo di qua e di là, obnubilato dai poteri mentali di Loki, e la stagista Darcy Lewis che regala quelle poche battute ficcanti che mancano nell'olimpo norreno dove tutti si prendono dannatamente sul serio.
L'unico a vincere davvero, tra amori impossibili e compromessi con le proprie responsabilità, è il dio degli inganni. Le emozioni, invece, scarseggiano dietro la perfezione dei corpi e le armature scintillanti.
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