Regia di John Poliquin vedi scheda film
Sequel scritto dai giovanissimi The Vicious Brothers (classe ‘87, già registi e responsabili del primo episodio) e diretto dal videoclipper John Poliquin, Esp 2.Fenomeni paranormali si apre con una galleria di videorecensioni del capitolo 1. Tra queste c’è la netta stroncatura di Alex (1 teschio su 4), filmaker adolescente e onanista narciso che si crede futuro rivoluzionario dell’horror. Il nuovo Craven, il nuovo Carpenter. Le permalose oscure presenze di Esp, probabilmente, non gradiscono le critiche negative: così offrono al giovane burbanzoso l’esca di una storia a cui è impossibile negarsi. Ovvero? Esp. Fenomeni paranormali non era un’opera di fiction. E l’attore protagonista di quel film, Sean Rogerson, 10 anni dopo, è ancora prigioniero del Palazzo. Alex abbocca. E, con l’usuale gruppo di lobotomizzati sacrificabili al macello, si cimenta nella ricerca di Sean, registrando ogni cosa per raggiungere il nuovo orrore contemporaneo: non un trito torture porn, ma un documentario che derida la retorica della realtà dell’horror d’oggi e si trasformi in uno snuff movie, un sequel finalmente reale che irrida le vertigini teoriche di Scream, Stab e seguiti assortiti. Estremo e parodia del filone finto found footage, Esp 2 è figlio di un’idea di genere che non crede mai nel genere, un nauseante gioco concettuale in cerca di veri tremori, riscrittura volgare ed esplicita di suggestioni altrui (il legame tra l’orrore e il voyeurismo da reality e controllo di Paranormal Activity, per esempio). Troppo idiota per essere cerebrale, così compiaciuto da essere stucchevole.
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