Regia di Stéphanie Argerich vedi scheda film
Il mio punto di vista positivo si basa sulla capacità della 'macchina' di riuscire a dire ed a farsi capire molto di più di chi pensa di usarla. La figlia della madre vuole capire i perché, ma è la macchina della cinepresa che potrà farle capire un tempo non più presente dei perché della Vita.
Ho visto la parte finale del film ed oso dire che nonostante ciò esso mi è parso alquanto veritiero. Condotto con un timore reverenziale nei riguardi di una donna madre che parla, nonostante non dica molto. Un linguaggio di sguardi e gesti? un passato lontano, un futuro presente. Indugiare con la cinepresa sul volto della 'madre' sottolinea l'Amore e la potenza delle madri a non sottrarsi a ciò che è stato, a cio' che è, a ciò che sarà. Il conflitto non c'è in una madre. C'è solo silenzio per Amore.
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