Regia di Bruno Corbucci vedi scheda film
Non è un brutto film: è solo una rilettura goliardica e tendente alla commedia demenziale (che sbancava il botteghino in quegli anni) dell'Armata Brancalone. Ovvero uno sputo su un'opera d'arte. Ma uno sputo piccoletto, quasi grazioso, con un protagonista bravo, che diventerà famoso, ma che probabilmente avrebbe meritato pure di più: Enrico Montesano, 28enne ed alle prime armi con un ruolo importante nel cinema. Noschese, pur essendo il prode Anselmo citato nel titolo, passa in secondo piano; accanto alla coppia, non formidabile ma funzionante, ci sono spalle di buon livello come Renzo Montagnani e Mario Carotenuto, nonchè, in una scena, Erminio Macario e Lino Banfi. Se non si è lesinato sul cast, però, di sicuro per la sceneggiatura si poteva osare di più; Castellano e Pipolo si uniscono al regista ed al suo 'fido scudiero' Mario Amendola per mettere insieme un'antologia di fesserie e barzellette in ambiente medievale, talvolta leggerine, altre semplicemente grevi e gratuite (la scena del frate castratore, Macario). Se la colonna sonora - immortale - di Brancaleone era firmata da Rustichelli, qui abbiamo i fratelli De Angelis a comporre le musiche: niente da obiettare, forse è la cosa che più si avvicina agli standard qualitativi del lavoro di Monicelli. In definitiva: si ridacchia, ma che sforzo. 4/10.
Medioevo. Il prode Anselmo deve portare al papa una sacra reliquia, la mano di San Mancinello. Ma il cavaliere è un cialtrone ed il suo fido scudiero non è da meno, mentre la mano è un falso. E quando viene scoperto, saranno guai...
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