Trama
Un uomo e una donna, ex compagni di scuola e grandi amici, non si vedono da tempo. Un giorno lui decide di raggiungerla nella città in cui vive per chiederle consiglio sulle due donne di cui si è innamorato, essere aiutato a sceglierne una e cercare una soluzione all'intrigata vicenda amorosa in cui si è cacciato.
Approfondimento
ETERNAL HOMECOMING: UN CONTINUO PROVINO
La regista ucraina Kira Muratova, nota per l'originalità del suo stile e per i problemi con la censura con l'ormai ex Unione Sovietica, si diverte a giocare con le sfumature dei sentimenti e con il lavoro di attore portando sullo schermo una storia semplice ed universale, realizzando un'opera che somiglia a un continuo provino cinematografico sostenuto da diversi attori interessati agli stessi ruoli. Gli unici due personaggi di Eternal Homecoming, un uomo e una donna senza nome ed identità specifici, si rincontrano dopo tanto tempo: sono amici da una vita e, forse, nutrono sentimenti che non si sono mai confessati. Lui è arrivato da lei per chiederle consigli sulla sua complicata vita sentimentale e insieme cominciano a confrontarsi sull'amore. Mantenendo uguale tutto ciò che accade, Kira Muratova affida la parte dei due protagonisti a un gruppo di rinomati attori russi, che a ruota si immergono nella storia. Ognuno di loro, con il proprio bagaglio di esperienze individuali alle spalle, ne dà una personale interpretazione, cogliendo tutte le volte sfumature differenti da chi è stato in scena prima o verrà dopo.
Più che di un film tradizionalmente inteso, Eternal Homecoming ha la forma di una session attoriale che rende omaggio all'arte della recitazione. In concorso al Festival internazionale del film di Roma 2012, così la regista ha presentato l'opera:«Pare che sia stato l’esistenzialismo ad affermare che in circostanze identiche tutte le persone si comportano allo stesso modo. Ma c’è una cosa interessantissima: il carattere individuale. La varietà dei caratteri è enorme, come quella delle impronte digitali. Gli intrecci delle linee papillari sono simili ai meccanismi psicologici legati al carattere. Questo è il tema della sceneggiatura - e spero anche del film. Si dice spesso che il passato non usa il condizionale: la nostra storia è un tentativo di superare questo assioma».
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