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Marfa Girl

Regia di Larry Clark vedi scheda film

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La recensione su Marfa Girl

di mm40
5 stelle

A Marfa, nel sud del Texas, Adam ha appena compiuto 16 anni. A scuola fa il minimo indispensabile, preferisce passare il suo tempo fra skate, amici che suonano e in compagnia della fidanzata Inez - o casomai dell'amante Donna. In paese intanto è arrivata una bella e giovane pittrice, spregiudicata consumatrice di maschi.

 

A pensarci un attimo, Marfa girl altro non è se non la messa a punto di ciò che non funzionava nel precedente lavoro di Larry Clark, quel Wassup rockers uscito - e passato piuttosto inosservato - ben sette anni prima, nel 2005. La linea di continuità con l'intera filmografia del regista è senz'altro evidente, ma i legami fra questi ultimi due titoli ancora di più: tutto si muove attorno alla creazione - nella sceneggiatura dello stesso Clark - di un piccolo mircocosmo di quartiere fatto di ragazzini in skate, mamme permissive e ancora piacenti, famiglie disgregate sulla soglia della povertà, poliziotti rudi e ottusi, nel segno di un'America che significa libertà e innanzitutto libertà sessuale. Con questo film Clark si è aggiudicato il Marc'Aurelio d'oro al Festival di Roma del 2012; quasi settantenne (classe 1943), il Nostro sorprende per la lucidità dello sguardo, perennemente diretto alle giovani generazioni e alle loro problematiche nella contemporaneità a stelle e strisce; come al solito mette sulla scena un manipolo di ragazzini alle prime armi su un set, che però ne escono in maniera convincente: Adam Mediano, Jeremy St. James, Mary Farley, Mercedes Maxwell, Indigo Rael, Richard Covurrubias, Drake Burnette sono i nomi principali del cast. Ma la pellicola ha anche due difetti, uno più facilmente trascurabile e l'altro no. Cominciano da quest'ultimo, non si notano passi avanti dal punto di vista dei contenuti rispetto al cinema già ben conosciuto del regista: Kids (1995) e Ken Park (2002) hanno detto di più e probabilmente anche meglio sugli argomenti cari a Clark. Per quanto riguarda invece il titolo, è clamorosamente sbagliato: la narrazione gira attorno a un ragazzino e la presupposta 'Marfa girl' è a tutti gli effetti l'unico personaggio che viene da fuori paese. Il ritratto desolante dell'America del futuro, priva di valori, materialista e ingenuamente nichilista, è a ogni modo efficace. 5,5/10.

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