Espandi menu
cerca

Trama

Un ritratto ironico ed emozionante delle carenze, debolezze e altre "virtù" dell'uomo contemporaneo. Le storie di otto protagonisti sulla quarantina, confusi e alla ricerca di una nuova identità, si intrecciano per caso sulla scia delle loro disavventure sentimentali. J. combatte contro la depressione, nonostante la sua vita sia perfetta. E., invece, da quando è tornato a vivere dalla madre dorme in continuazione. S. desidera tornare con l'ex moglie Elena e decide di affrontarla. G. cerca di capire perché la moglie lo tradisce. P. ha in mente di sedurre la collega Mamen. Due uomini vedono le mogli scambiarsi i ruoli affinché loro scoprano i reciproci segreti.

Approfondimento

A GUN IN EACH HAND: QUARANTENNI IN CRISI DI IDENTITÀ

Osservatore della urban middle-class catalana, Cesc Gay si è imposto all'attenzione della critica e del pubblico internazionale nel 2000 con Kràmpack (2000) che, tratto dall'omonima piece teatrale, indaga sugli esperimenti d'amore di due adolescenti. Con A Gun in Each Hand l'attenzione del regista si sposta su un gruppo di protagonisti quarantenni in piena crisi di indentità. Presentato fuori concorso al Festival internazionale del film di Roma 2012, così Gay ha presentato la sua opera: «Negli ultimi decenni il ruolo maschile nella nostra società è cambiato e ho l’impressione che noi uomini siamo stati gli ultimi ad accorgersene. Mi sono divertito a scrivere spietatamente di noi. In A Gun in Each Hand il punto è proprio mostrare e descrivere la nuova condizione in cui ci troviamo: smarriti, confusi e in piena crisi d’identità. Una formula perfetta per una commedia.
Nel film si toccano diversi temi, ma in un certo senso hanno tutti a che fare con un diverso approccio al maschile. Ecco la trama in poche parole. Io stesso mi accorgo di avere avuto una vita completamente diversa da quella di mio padre. Gli uomini sono diventati più femminili, hanno imparato a esprimere le emozioni e sono stati costretti a fingere. E fin qui, tutto bene. Ma dobbiamo ammettere che non ci è venuto in modo naturale. Gli uomini non sanno come piangere, per esempio. Le donne sì. È bello… Noi di solito fingiamo. Magari andiamo al cinema, una scena ci commuove e il novanta percento degli uomini reprime le proprie emozioni.
Vi do questo esempio perché la mia idea era svelare anche il nostro lato più sentimentale – lo dimostra il personaggio di Javier Cámara nel secondo edisodio. Il protagonista è patetico, ma allo stesso tempo è anche molto tenero vedere come si ribella a un certo tipo di reazioni; in quel momento non è onesto fino in fondo con se stesso e finge, facendo credere che va tutto bene. È il paradosso di questo modello maschile che è messo in discussione. Ed è proprio qui che inizia a sgretolarsi davanti ai nostri occhi.

Il film ruota attorno agli incontri, alcuni casuali, dei protagonisti. Situazioni improbabili e dialoghi curiosi, narrati nel presente e in tempo reale. Questo è soprattutto un film composto di attimi e la sceneggiatura si sviluppa come un puzzle in cui ogni pezzo è una storia. La struttura è un po’ frammentaria ma è una narrazione lineare, senza flashback. Puro dialogo.L’idea era collocare i personaggi in luoghi in cui non possono nascondersi. Gli incontri accadono in modo inaspettato, i protagonisti vengono colti di sorpresa. Questo era lo spunto iniziale, in più con l’idea di sviluppare dei dialoghi. Successivamente si trattava di dare compattezza a ogni storia ed escogitare imprevisti e colpi di scena adatti alla vicenda.
Un film d’ensemble ha molti protagonisti, le cui storie si intrecciano. Invece in A Gun in Each Hand si passa da una storia all’altra e i protagonisti maschili non hanno un nome che ne definisca la personalità. Identificati solo da un’iniziale, sono come dei bambini non ancora nati. È ciò che ho cercato di trasmettere a tutti gli attori. Ho chiesto loro di fidarsi di me, assicurandogli che li avrei portati in un luogo insolito. Tutti i personaggi maschili rientrano in un certo schema. Uno schema maschile.
Diversamente dai personaggi maschili, le donne hanno un nome. Si differenziano maggiormente l’una dall’altra perché hanno funzioni diverse. Il ruolo che Clara Segura interpreta nell’episodio con Javier Cámara è diverso da quello di Candela Peña o quello di Leonor Watling. I personaggi femminili favoriscono lo svolgimento della trama e la drammaturgia.
Danno un tocco in più alla loro storia. Le protagoniste femminili hanno anche una personalità più forte. Sono più teatrali, più agressive, in particolare il personaggio di Candela. Sono contento perché credo che ognuna di loro abbia una collocazione perfetta. Condividono un unico spazio fisico comune e il tono generale del film.
Ho dato alla sceneggiatura il tono che mi ero prefisso con quei personaggi/attori, portandoli tutti nello stesso luogo. Perché se le loro interpretazioni fossero state troppo diverse, il pubblico avrebbe avuto l’impressione di ascoltare diversi tipi di musica contemporaneamente. Il film è permeato da un sottile umorismo, si punta sul tono. Se fosse un film drammatico, avremmo potuto variare di più le interpretazioni. Questo film non è la solita commedia perché è un po’ più duro, più triste. Non è un film basato semplicemente su delle gag. Non è una parodia ma una commedia genuina, molto sentita. Ha un lato serio, ma è scritta pur sempre con un tocco di sarcasmo. È quel genere di umorismo che ti scuote. Gli attori hanno lavorato in un luogo insolito per un film. È un luogo con delle fragilità, ma io non l’ho cammuffato.
Non c’era spazio per le immagini di sesso, in compenso se ne parla molto. Il sesso c’è, è qualcosa che fa parte di molte situazioni, un elemento fondamentale. Nell’episodio con Ricardo Darín e Luis, si parla di infedeltà. Anche il personaggio di Candela usa molto il sesso nel suo rapporto con Eduardo. Inoltre c’è un modo di fare sesso curioso e strano fra Leonor e Alberto e fra Jordi e Cayetana. Non mi sono mai piaciute le scene di sesso esplicite nei film come spettatore. Anzi, le trovo piuttosto noiose, a meno che non si tratti di un film erotico. Le scene di sesso si sa già come andranno a finire, a meno che non ci sia qualcosa di speciale.
L’idea era che i personaggi si incontrassero casualmente. Se ci fate caso, noterete che è come se i personaggi fossero sempre sul punto di partire. Sono tutti di corsa: nella hall dell’hotel, al parco, in casa. Escluso l’ultimo episodio in automobile, in cui i personaggi sono fermi nello stesso luogo. Tutto il film si svolge nello spazio di “Ok, io vado”: questa è la dimensione che regge tutta la commedia e che crea anche suspense.
Quelle di A Gun in Each Hand sono state delle riprese insolite, perché sono durate sette o otto mesi, ma in definitiva abbiamo girato solo 17 giorni. Abbiamo iniziato a novembre con Javier Cámara, poi a febbraio, al parco, con Ricardo Darín e Luis Tosar. Ciò mi ha permesso di concentrarmi totalmente su ogni situazione (e mi sono divertito), preparandola, realizzando le riprese e passando due o tre giorni sul set. È più difficile girare per sette settimane di seguito. Mangi e bevi poco, sei sempre stanco…
Insomma, in questo senso è stato molto gratificante. Non so se le cifre tornavano per il mio produttore. Ma quando ho iniziato a chiamare gli attori e loro hanno aderito, era chiaro che non potevamo realizzare il film tutti insieme a causa dei loro impegni.

 

Trailer

Scrivi un tuo commento breve su questo film

Scrivi un commento breve (max 350 battute)

Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.

Vedi anche
2018
2018
2012
2012
A GUN IN EACH HAND: QUARANTENNI IN CRISI DI IDENTITÀ

A GUN IN EACH HAND: QUARANTENNI IN CRISI DI IDENTITÀ

A GUN IN EACH HAND: QUARANTENNI IN CRISI DI IDENTITÀ Osservatore della urban middle-class catalana, Cesc Gay si è imposto all'attenzione della critica e del pubblico internazionale nel 2000 con Kràmpack (2000) che, tratto dall'omonima piece teatrale, indaga sugli esperimenti d'amore di due adolescenti. Con A Gun in Each Hand l'attenzione del regista si sposta su un gruppo di protagonisti quarantenni in piena crisi di indentità. Presentato fuori concorso al Festival internazionale del film di Roma 2012, così Gay ha presentato la sua opera: «Negli ultimi decenni il ruolo maschile nella... segue

Extra
2000
2000
locandina
Foto
I nostri top user
Scopri chi sono i top user

Sono persone come te:
appassionati di cinema che hanno deciso di mettere la loro passione al servizio di tutti.

Scopri chi sono i top user
Come si diventa un top user

I top user sono scelti tra i membri della community sulla base della qualità e della frequenza dei loro contributi: recensioni, notizie, liste.

Scopri come contribuire
Posso diventare un top user?

Certo! Basta che tu ti registri a FilmTv.it e che inizi a condividere la tua passione e il tuo sapere. Raccontaci il cinema che ami!

Registrati e inizia subito