Regia di Edgar G. Ulmer vedi scheda film
L'omonimo racconto di Edgar Allan Poe serve solo da ispirazione per questo capolavoro di Ulmer, ritenuto il primo film americano di orrore psicologico.
Poe racconta la storia di un alcolizzato che mura vivi nella cantina sua moglie e il gatto. Ulmer, dopo numerose e sofferte modifiche alla sceneggiatura, perviene a tutt'altra conclusione. L'alcolizzato si tramuta in uno psichiatra dotato di fobie feline, la cantina diventa un sotterraneo zeppo di bare di cristallo, contenenti cadaveri di donne mummificati.
La sceneggiatura contempla una gamma completa di temi sconvolgenti per l'epoca, l'incesto, il sadismo, il satanismo, la pedofilia.
La trama è poco consistente, ma vale la pena riassumerla brevemente, per sottolinearne l'ambiguità, non priva di esasperazione e altrettanta raffinatezza.
Ungheria. Su un torpedone troviamo Peter e Joan giovani sposi in viaggio di nozze, che incontrano il misterioso dottor Verdegast.
Accade un incidente e la coppia è costretta ad accompagnare Verdegast (Lugosi) da un ambiguo architetto, Hjalmar Poelzig (Karloff) che vive in una casa arroccata su una montagna.
Poelzig altro non è che un vecchio commilitone, nemico di Verdegast, giunto sulla montagna per ucciderlo.
Poelzig, durante un rito satanico, vorrebbe immolare la giovane sposa alle forze del male, ma Verdegast riesce a salvarla.
Poelzig scomparirà nell'esplosione che distrugge la casa degli adoratori del male.
Il regista austriaco affianca e contrappone per la prima volta sullo schermo Boris Karloff e Bela Lugosi, tra i quali nascono subito tensioni e attriti, principalmente per il trattamento salariale: mille dollari a settimana per Lugosi (il film fu girato in quindici giorni), settemilacinquecento in totale per Karloff. Cifre comunque ragguardevoli, se paragonate ai centocinquanta dollari a settimana per il regista.
Ulmer riesce a contenere il budget del film sui 91.125 dollari, ai quali si aggiungono altri 6.500 dollari per le modifiche volute dallo studio Universal sulla creatura del dottor Verdegast, definita "ripugnante", e su altri particolari del rito satanico..
Anche la scena dello scorticamento di Poelzig viene ridotta a una mano ammanettata che si contorce nella simulazione della sofferenza.
In definitiva, tutta la storia è riducibile al duello mortale tra due nemici al di là della dimensione umana, scartata dalla produzione anche la lascivia di Poelzig nei confronti della sposina novella, che nella versione originale doveva subire lo stupro.
Sono individuabili, a un occhio attento ed esperto, riferimenti al cinema tedesco degli anni '20, a Murnau, Wegener e Wiene.
Ulmer dedica una parte importante alle musiche della colonna sonora, seleziona pezzi di Listz, Chopin, Schumann, Schubert, Brahms, Tchaikovskij, Beethoven, Bach.
La critica è stata ingenerosa verso "The blak cat", ma come spesso accade per le "stroncature", il film si piazza subito in testa agli altri 34 prodotti lanciati dalla Universal nel 1934, con un utile netto di 140.000 dollari durante la prima serie di proiezioni.
Ma il gatto, che fine ha fatto? Il nero felino viene ucciso da Verdegast, per poi ricomparire tra le braccia del diabolico Poelzig.
Se poi è vero che i gatti neri portano sfortuna, per Ulmer purtroppo la diceria ha funzionato: accusato di avere "sedotto" Shirley, moglie del nipote del proprietario degli studios Universal, cacciato e privato del lavoro ne ha subito per trent'anni le conseguenze morali ed economiche.
The Black Cat (1934): Boris Karloff, David Manners
The Black Cat (1934): scena
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Grande Antonio che mi ha recuperato il mitico Bela, intramontabile Dracula de '31 nonché protagonista storico del cinema horror !
L' attinenza con il racconto di Poe riguarderà pur solo l'omonimia del nome Edgar che lo scrittore condivideva appunto con il regista, però, a quanto scrivi, anche la trama non parrebbe così male. E anche la colonna sonora è di tutto rispetto. Peccato sia così complicato riuscire a reperirlo, ma opportuno non disperare, non si sa mai:-).
Grazie per questa bella rentrée Antonio,
un caro saluto.
Grazie Paolo, il tuo commento mi è particolarmente gradito, scopro infatti che anche tu sei un estimatore del mitico Bela.
Confermo che la trama si differisce quasi totalmente dal racconto di Poe, Ummer e sceneggiatori creano attorno al gatto nero una storia allucinante ma di grande equilibrio estetico, a parte gli eccessi che in quegli anni non erano graditi alla produzione e non solo. Da vedere a tutti i costi, anche se reperibile integralmente solo nei siti a registrazione.
Un caro saluto.
L'unico Black Cat che ho e' quella di Lucio Fulci del 1981,questo che hai presentato e commentato benissimo e' molto difficile da reperire (sia in rete che in home video)...precio' la tua analisi e' preziosa....grazie Antonio.
Grazie a te, Ezio, in effetti si trova nei siti a registrazione, altrimenti a spezzoni su you tube. Io ho avuto la fortuna di averlo in prestito in vhs.
Un caro saluto.
Recensione perfetta ben argomentata piena di extra come sai fare tu. Scusa il ritardo e complimenti! Grazie di averci presentato questa film cosi poco reperibile.Un caro saluto
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