Regia di Paul Schrader vedi scheda film
THE CANYONS è un quadro estremo, disperato e provvisorio (forse) della California cinematografica laterale e contingente. Cinema chiusi e iphone perennemente accesi e smanettati. Le immagini e la comunicazione sono stati sostituiti da strumenti che accorciano le distanze, facilitano l’immediatezza ma non cambiano la sostanza dell’essere umano. Semmai l’hanno abbruttita. Basta un ti amo preventivato per potersi ritenere soddisfatti e liberi di “vivere” rapporti interpersonali basati sulla reciproca diffidenza. Paul Schader e Bret Easton Ellis pisciano su un territorio esclusiva di David Lynch - non ci proiettano i loro sogni incubi o visioni mutuati da cerebralismo e interpretazioni metafisiche - vanno al sodo. Christian vive un’ossessione chiamata Tara e intorno a lei si innesca una “Gangbang” che non necessita di essere mostrata esplicitamente. Talvolta sì, perché sono i corpi perfetti e curati dalle palestre che contano nella nostra società delle apparenze e dello spettacolo. Non ci sono sentimenti: solo sospetti, sms, pedinamenti, scopate più o meno rivelate, interrogatori, fuffa di cui blaterare e soldi di terzi da spendere a profusione. Il presunto film da girarsi in New Mexico si farà, non si farà, non ha importanza.
TRADITORI DI TUTTI potrebbe essere il sottotitolo ideale di THE CANYONS, in cui ci scappa un morto di cui non capiamo il significato ma pure ciò che lo precedeva era vacuo e privo di senso (e sensi). Un gioco in cui il mondo si divide in chi è ambizioso e ha il potere di manipolare e decidere, e chi come Ryan deve starne ai margini, tornare da dove è provenuto. Un gioco crudele senza alcuna umanità condotto egregiamente dall’attore mono espressivo (per natura e per direzione) James Deen, da una Lindsay Lohan tumefatta e aderente al suo personaggio (il suo stato naturale di strafatta l’ha aiutata a immedesimarsi) e dal resto del casting (volontariamente) degno di un hardcore americano griffato youporn o tube8. Il futuro passa da lì per la coppia di autori integralisti del pessimismo esistenzialcinefilmico.
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