Regia di Paul Schrader vedi scheda film
La morte d'un epoca:quella dei sogni in celluloide,delle storie lontane eppur cosi vicine.....
La morte di figure amplificate d'arte e letteratura,"dipinti" sul telo bianco,a mo' di quadro in movimento.
La morte d'una generazione "credente" nell'arte num.7,(oggi nessuno ci crede piu').
"The Canyons" di Paul Schrader è una morte emozionale,un azzeramento di passione vitale che diviene esposizione "corporale".Ho introdotto il mio commento a mo' di "necrologia spicciola",perchè le "gole profonde" di Schrader accolgono quell'urlo muto e disperante d'un sogno collettivo.
Cinema chiusi,luoghi desolati e fatiscenti,il principio e la fine d'un film tutto neon e colori,che puzza di marcio e sopratutto di morte.
Non c'è vita nella Los Angeles di oggi,tutto è saturo di cristalli liquidi,Iphone e Pc.Ma è sopratutto una gioventu' bruciata da vacuita' a muoversi come zombi nell'assolata California.
Christian,Tara,Ryan e Gina.Quattro figure dal passato,presente e futuro inesistente.Viziati,nevrotici e assetati di potere,infelici quanto quell'odierna gioventu' vista in modo piu' "leggero" in "The Bling Ring" e "Spring Breakers".Sono fantasmi metropolitani,superficiali e arditi nella trasgressione,quanto svuotati dal (loro) mondo plastificato.
Ville,sole,vezzi da "Bella vita" costituiscono il corollario di vite corrotte d'edonismo e finti valori che popolano il defunto "cinema" moderno.
Schrader con "The Canyons" defrauda il cinema d'oggi,rimpiangendo le virtu' d'un passato scomparso.
Non vi è passione e nemmeno arte,valori proficui d'una gioventu' "new Hollywoodiana" della quale faceva parte Schrader.Non che i vari Schrader,Scorsese o Coppola conducessero un esistenza monastica,anche loro erano pompati di nevrosi,vizi e trasgressione.Ma erano il cuore pulsante d'un cinema fruttuoso di capolavori,dove l'ardore era amore autentico e puro.
Oggi l'autore di "Taxi driver" scaglia un "j'accuse" attraverso un film accattivante,dallo stile sornione,nello studiato taglio "televisivo" che ne fa una sorta di triviale "soap opera".Ci troviamo dinanzi a un opera controversa,bruciante nella superficialita' minuziosa,pompata di luci stile "night club",dove sesso e nevrosi viaggiano sul medesimo binario.
"The Canyons" è un film che svuota,sgombera ogni dubbio sulla modernita' d'un cinema dannatamente corrotto da tv e Iphone.Non vi è privacy ne tantomeno intimita',la vita come merce di scambio in sesso, paranoia e (p)ossessione.
Ossessione per il controllo che diviene catarsi esiziale,straziandone i corpi solo per detenere potere e impunita'.Schrader con quest'ultima fatica accarezza tematiche a lui tanto care,nevrosi "controllate" da strizzacervelli che sono un "surplus" d'un mondo marcio.
I suoi personaggi come vittime dell'universo circostante,uno specchio (in frantumi) dalle pagine veritiere di Easton Ellis.
Tutto scorre fluidamente nella vena registica, energica come quella d'un esordiente entusiasta.
Schrader avvicina i personaggi,"sputa" con la cinepresa sui corpi plastificati,seducendone cosi' lo spettatore.
Molti hanno criticato "The Canyons" per una mera superficialita',se si tratta di cio' il suo autore ha centrato l'opera.Nel ritrarre un mondo decomposto nelle virtu',Schrader sceglie la soluzione meno semplicistica e ruffiana,optando per un taglio registico dal tono ambiguo,d'un assenza linguistica che diviene emblema di vita.Non vi è dialogo in "The Canyons" ma solo "relazione" scomposta,ogni personaggio è tracciato nella sola fisicita' senza approfondimenti.I rapporti sono difatti fuorvianti,dettati solo da interessi e perversioni, non esiste empatia ma solo scambi "epidermici" .Solo il sentimento del giovane Ryan verso Tara sembra autentico,ma sara' risucchiato nella nevrosi collettiva.
Con "The Canyons" il calvinista Schrader chiude un capitolo d'una generazione (la sua) oramai scomparsa,con essa sparisce tutto l'autentico amore per il cinema,soppiantato di luci al neon e cristalli liquidi,i manifesti piu' abbietti d'un mondo che è diventato uno "sputo"......(in tutti i sensi).
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