Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Prendete lo sceneggiatore, fra gli altri suoi film, di "Taxi Driver", aggiungete la sceneggiatura allucinata e livida di Easton Ellis, Los Angeles, un'attrice sformata come Lindsay Lohan e un vero porno attore, come James Deen e otterrete questo "hard boiled", più "hard" che "boiled", scientifico, metallico e geometrico. Intorno, come dalle splendide sequenze iniziali, il Cinema che muore, lo scheletro degli "ultimi spettacoli", che viene martoriato dall'uso intensivo della messaggistica, dei social networks, dei cellulari, del chi-scopa-chi, dai ricatti e dalla noia. E ancora le colline spoglie di L.A., i canyons metaforici, che osservano senza più avere sogni di celluloide da donare. Un film sicuramente non perfetto, ma di grande rigore, secco e intrigante. Mostra quello che va mostrato, non ha pudori, reticenze. Si muove su traiettorie alla "Cosmopolis" o all'ultimo Steve McQueen, il regista. Solo di una classe inferiore, ma di poco. Non sottovalutatelo.
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