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The Canyons

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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La recensione su The Canyons

di chiesaman
2 stelle

By Bill Goodykoontz:


“The Canyons” is one of those movies that makes you feel worse just for having watched it.

This isn’t because it stars James Deen, an actual porn star, or Lindsay Lohan, whose private life and the public consumption of it have become a spectacle that approaches pornography, if not surpassing it.

It’s because Paul Schrader, the once-brilliant screenwriter of such films as “Taxi Driver” and “Raging Bull,” has fashioned a movie that seems to exist to be repugnant. Maybe that’s the point; it was written by Bret Easton Ellis. Nearly every character in this movie is unlikable.

Schrader uses, at the beginning of the movie and at various points throughout, images of broken-down, closed theaters. What’s he illustrating here? The death of film? Something important like that? He’s probably trying to, but it’ll take a smarter person to tell you how it fits. (Short answer: It doesn’t.) But if film is on its deathbed, “The Canyons” isn’t going to do anything to resuscitate it.

Lohan plays Tara, the girlfriend of Christian (Deen), a trust-fund kid who, in an effort to keep his father off his back, wants to make a slasher movie. On Tara’s advice, he hires Ryan (Nolan Gerard Funk), an inexperienced actor and the boyfriend of Christian’s assistant, Gina (Amanda Brooks), as the lead actor. The joke, if it is one, is that Christian and Tara don’t even like movies that much.

The four of them sit around a restaurant table in a seemingly endless opening scene, facing the camera, talking, talking, talking. Christian brags about how he and Tara troll the Internet for sex partners, and later that night they do just that. It’s tawdry by intent, but hardly provocative. Or interesting, even.

Christian suspects Tara of cheating on him with Ryan, even as he cheats on Tara with Cynthia (Tenille Houston), who once shared acting classes with Ryan because, you know, only about six or seven people live in LA. This leads to all manner of melodrama, danger and, most horrifying of all, incriminating texting.

Oh, maybe there’s some murder and stuff in there, too.

Once you get past the novelty of Deen’s casting (and he’s not terrible as the increasingly unhinged Christian), all eyes turn to Lohan. She has become a punch line for a generation, but beneath the chuckles there is a real sadness. She showed genuine promise as a young Disney star but infamously wasted her talents in the endless pursuit of ... well, it depends on which tabloid you read. Whatever the case, every mile she has driven herself is etched on her face. She looks tired, worn out, and you have to believe it isn’t just the character.

For its tiny budget (much of it funded by a Kickstarter campaign), Schrader’s film looks good, in a sterile way. And there’s the watching-a-car-wreck fascination that Lohan provides (even though she’s the most talented actor here by an order of magnitude).

All that does not a movie make. But as an exercise in depression, “The Canyons” excels.

Seppure non masticate l'inglese, il senso dovrebbe apparire chiaro. Avevo in mente di scrivere qualcosa di simile, ma senza le parolacce mi sarebbero rimaste due righe, perciò ho preso in prestito.

Sulla trama

Un anziano ed ex-brillante cineasta perde la fede e in un impeto di nichilismo collabora con un non-abbastanza-anziano ed ex non-abbastanza brillante autore di best-seller nichilisti. Il risultato è tutto nei primi minuti del film: una carrellata di macerie cinematografiche. Il che, detto francamente, equivale a mostrarvi un documentario sulle fragole prima di mostrarvene un altro sugli effetti della dipendenza da eroina.
Ooooops, non è proprio la trama del film?
Chissà.

Sulla colonna sonora

Forse come audio-libro sarebbe stato un prodotto interessante, bisogna ammetterlo.

Cosa cambierei

Lo girerei a Sesto San Giovanni o Cesano Boscone, tutt'al più.
Se proprio non si potesse fare a meno, naturalmente.

Su Paul Schrader

Se ledere la propria dignità fosse un crimine, il vecchio Paul finirebbe la sua splendida (fino al 2011) carriera in carcere.
Se penso che questo è l'autore dei magnifici Hardcore, Lo Spacciatore e Affliction mi viene da piangere.

Su James Deen

Alle leggi della fisica è impossibile opporsi: troppo sangue e troppo a lungo in una parte del corpo significa anemia dove più conta.
Classico caso di nome da locandina.

Su Lindsay Lohan

Ella è la locandina tout-court. Questa miseria senza la scritta "Lohan" non l'avrebbero guardata più d'una volta nemmeno Easton-Ellis e Schrader (i parenti si sono già dissociati).
Ella è la star, in quanto per la prima volta nella sua breve e vana esistenza recita alla perfezione. Perchè non recita, essendo la sua parte narrativa di una bella ragazza inabile ad ogni cosa e dipendente da ogni cosa assolutamente fragile e distrutta dalla presenza dell'ossigeno sulla Terra.
Volendo considerarla un essere umano, si prova una infinita tristezza per lei e si cerca di telefonare alla casa di produzione per chiedere di ritirare il film dal mercato. Risponderanno che non possono: ella è piena di debiti e le servono soldi per le cure mediche e psichiatriche (e gli avvocati che la tengono fuori dalla galera perchè continui a distruggersi e a pagarli).

Su Nolan Gerard Funk

Vedo questo coso e per qualche secondo rischio di pensare che CheccoZzalone sia un attore.
Indubbiamente, per lo stesso contrasto, mi sono convinto che Fabri Fibra sia un intellettuale di pregio.

Su Gus Van Sant

Una macchia sulla carriera può capitare a tutti. O è stato amore per la devastazione?

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