Regia di Cédric Klapisch vedi scheda film
Come se non ci fossimo mai lasciati, noi e Romain Duris dodici anni dopo L’appartamento spagnolo ci gettiamo a rotta di collo sull’asfalto newyorkese, rovente di pneumatici mossi da urgenze disparate e condivisibili, segnato da cuori incisi nel cemento e infranti sulla strada. «È complicato», ripete ossessivamente lo scrittore parigino sposato all’inglesina Kelly Reilly e traslocato nella Grande Mela sulla scia della separazione: due figli da dividersi tra Central Park e Chinatown, l’ex ragazza Audrey Tautou che ritorna con spirito meno pasionario e desideri più appassionati, un gioviale matrimonio di convenienza e un’amicizia sconveniente & indissolubile con l’ex coinquilina lesbica che vuole diventare madre. Le scatole cinesi del titolo originale si scoperchiano e mostrano lo stesso cuore, fedele alla cerchia dei primi amori e alla linea di un cinema onestamente medio, che scavalca il rispettivo pollice per la capacità di trasformare in sentimento un luogo e una città in un’altra. New York tentacolare, abbracciata nella sua contraddittoria interezza dallo sguardo frastornato ma generoso di Xavier/Duris, è il bilancio disarmante dei 40 e la balsamica conferma che un posto vale l’altro. Giustamente semplice come la trama srotolata, Klapisch illumina il ponte di Brooklyn col giallo caldo della Rambla, corre a perdifiato col suo protagonista verso un altro appartamento per salvare un’altra donna: con lo stesso spirito di un tempo che, nonostante dubbi legittimi e giudizi gratuiti, non è andato perduto.
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