Regia di John Michael McDonagh vedi scheda film
24.COURMAYEUR NOIRINFESTIVAL - CONCORSO
CALVARIO è una coproduzione anglo-irlandese di grande impatto emotivo, forte di un incipit davvero drammatico e teso: “Padre deve sapere che dall'età di sette anni ho iniziato a provare il gusto dello sperma, a seguito delle violenze ripetute per i successivi sette anni, con cadenza quasi giornaliera, da parte del prete dell'orfanotrofio in cui vivevo. Ora lui è morto e non posso vendicarmi su di lui, ma ho deciso di sfogare la mia rabbia su di lei, per la figura che rappresenta, consapevole del fatto che lei è estraneo a tutto ciò: tra sette giorni, domenica, sulla spiaggia dove si reca abitudinariamente, lei si farà trovare in mattinata ed io la ucciderò”.
Questa, riportata senso e a ricordo, la scioccante pseudo-confessione di uno sconosciuto a padre James Lavelle, prete da anni in seguito alla morte della moglie, con una figlia problematica che vive a Londra, parroco di una piccola comunità di pescatori. Da quel momento inizia la via crucis dell'uomo, che informa i superiori, senza peraltro ottenerne grandi sollievi o rassicurazioni.
E nell'angoscia dell'attesa, la figlia torna a trovarlo, coinvolgendolo nei suoi problemi e nelle insicurezze che la rendono così fragile; inoltre il comportamento di alcuni membri della comunità diventa bizzarro e contraddittorio; qualcuno arriverà pure ad appiccare il fuoco alla sua chiesa, un fedele ricchissimo ed annoiato si offrirà di ricostruirla, forse per espiare una grave colpa (avrà appiccato lui il fuoco per godere dell'onore di ricostruirla?), e il giorno dell'espiazione non tarderà a presentarsi, inesorabile e freddo, determinato come la volontà deviata di quell'assassino dichiarato e perduto per sempre.
Calvary è sostenuto da immagini della natura irlandese, mari e vallate, di ampio respiro e di grande presa scenica. La presenza di un mostro della recitazione come Brendan Gleeson, rende la magia di quella ambientazione davvero pregna di pathos.
Purtroppo il film, dopo un avvio esemplare, si risolve un po' troppo senza limiti a raccontarci il malessere e le perversioni di una popolazione che sembra rivoltarsi alla quieta ordinarietà del vivere in un luogo sontuoso dal punto di vista scenico, ma isolato e vuoto di possibilità per realizzarsi. E finosce un pò per perdere spessore, disgregandosi a raccontare tic e comportamenti bizzarri di una popolazione davvero atipica e rancorosa.
Il finale secco e per niente consolatorio tuttavia ci riporta nei più appropriatI sentieri del noir più cupo e disperato che piace a noi.
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