Regia di Farren Blackburn vedi scheda film
Il film ambientato nell’alto medioevo in Britannia (attuale Gran Bretagna) durante i vari tentativi di invasione dei Vichinghi a danno dei Sassoni che l’abitavano è inglese e non americano, e questo è già un punto a suo favore, perché si evitano le manie USA di rievocazione ed ambientazione medievale con libere trasposizione ed improbabili inserti fantasy, epici ed eroici e soprattutto i soliti combattimenti e scene d'azione frenetiche da video giochi. Anzi si nota un certo sforzo degli autori di essere il più realisti possibili nel tratteggiare i personaggi privandoli di ogni morale che non sia un minimo codice d’onore tribale, e fornendo loro soprattutto forza e superstizione che li porterà a combattere in continuazione e a rischiare la propria vita anche quando sarebbe facilmente evitabile se solo si ragionasse e si applicasse il buon senso. Solo il protagonista principale, un principe vighingo, pare simile a noi come psicologia, dotato di sensibilità e scrupoli (che alla fine però abbandona). Ma noi dovremmo evitare di approcciare questi film ambientati oltre un millennio indietro nel tempo con la mentalità attuale, probabilmente allora le cose stavano verosimilmente come descritte, le persone erano dure e rozze e la vita valeva poco. Ci sono alcune trovate, soprattutto nel finale che elevano il film dalla mediocrità del già visto che lo caratterizza per i primi tre quarti, anzi se avessero trovato il modo di creare fin dall'inizio la stessa tensione montante del finale, il film sarebbe stato di ottima fattura. In ogni caso direi che si possa vedere, non fosse altro per premiare gli sforzi degli autori di ricostruire il modo di vivere (soprattutto la mentalità) che si presume fosse quello delle popolazioni nordiche dell’epoca e la loro più che giustificata diffidenza verso la colonizzazione religiosa proveniente dal continente per il tramite di frati predicatori irlandesi
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