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Hold Your Breath - Trattieni il respiro

Regia di Jared Cohn vedi scheda film

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La recensione su Hold Your Breath - Trattieni il respiro

di undying
4 stelle

Produzione targata Asylum, per un horror riuscito a metà.

 

1956: in un struttura di detenzione, viene compiuta una esecuzione capitale ai danni di Van Hausen, un feroce serial killer (e predicatore) condannato alla sedia elettrica e giustiziato davanti ai parenti delle vittime. Oggi, sette ex compagni di liceo decidono di passare un week end in una località isolata e, data l'occasione, si privano anche dei cellulari. Per raggiungerla passano davanti all'enorme palazzo di correzione, ora abbandonato, con annesso un vicino cimitero dal quale lo spirito del killer, ad ogni ricorrenza annuale dell'esecuzione, attraverso il respiro si insinua nei corpi dei passanti...

 

Locandina originale

Hold Your Breath - Trattieni il respiro (2012): Locandina originale

 

A leggere i titoli di testa c'è già di che tremare: soprattutto quandi i credits citano la produzione Asylum, nome più che appropriato per una società specializzata nella realizzazione e distribuzione di prodotti a bassissimo costo, solitamente ispirati a titoli di enorme successo e destinati alla distribuzione home video o su canali satellitari a pagamento. Titoli che rasentano il delirio per pellicole inguardabili, il più delle volte vanificate da bruttissimi effetti in CGI. Cose inenarrabili tipo il ciclo Mega shark, o Mega piranha; catastrofici o serie Tv tipo Z Nation, nate per solcare il successo di The walking dead. E poi ancora, rip-off, spin-off, parodie, cross-over cioè  a dire cinema "ultra bis". Solitamente, però, davvero inguardabile. Molti titoli dell'Asylum, ad esempio, sono offerti gratuitamente nei pacchetti base di abbonamento per applicazioni su smart tv, il ché è tutto dire.

 

scena

Hold Your Breath - Trattieni il respiro (2012): scena

 

Introduzione lunga, ma necessaria dato che anche Hold your breath rientra nella logica della casa di produzione più sgangherata di sempre, addirittura oltre al già basso livello della Troma di Lloyd Kaufman, dalla quale pare ereditare il (cattivo) gusto per l'eccesso e il basso profilo morale delle storie narrate.

Però qui, stranamente, pur essendo presenti i difetti di base (brutti effetti in computer grafica, dialoghi da minimo sindacale dell'intelligenza umana, figaccione e figaccioni da sturbo ma con una nocciolina al posto del cervello) qualcosa riesce comunque a tenere desta l'attenzione. No, non sono solo le belle natiche e le perfette tette (certo valgon di molto la visione le nudità di Erin Marie Hogan, super fisicata brunetta che sballonzola le zinne mentre si fa sbattere dal ganzo nell'obitorio dell'enorme edificio abbandonato, per inciso: tette -quelle sì!- in grado di togliere, o comunque far trattenere, il fiato).

 

scena

Hold Your Breath - Trattieni il respiro (2012): scena

 

Sesso a parte, fan capolino qua e là curiosi e originali massacri articolati da uno spettro che, come ne La cosa (ma anche ne L'alieno, Il terrore dalla sesta Luna, Il tocco del male e persino in Venerdì 13: Jason va all'Inferno) si sposta di corpo in corpo. Ed essendo, il villain sanguinario, passato a miglior vita a causa della corrente elettrica, per contrappasso accompagna ogni delitto con uso di batterie che provocano doloroso voltaggio.

I pregi del film, però, finiscono qua perché dopo un'oretta di sano divertimento interviene il sapientone locale che, con il suo illuminante sapere, fa sprofondare il film nella baraonda, sostenuta da bruttissimi effetti CGI e manifestazioni di luce cangiante svolazzante sulle capocce dei protagonisti...

 

locandina

Prison (1988): locandina

 

Curiosità 

Film horror con condannati alla pena capitale per elettrocuzione ne sono stati fatti diversi nell'arco di un solo biennio e -spesso- con risultati per nulla esaltanti. Si comincia nel 1988 con Prison, debutto alla regia di Renny Harlin e si prosegue nel 1989 con il quartetto costituito da: L'occhio della morte, Sotto shock, The chair e Horror show  (da noi, inizialmente, La casa 7 poi misteriosamente diventato La casa 3 -alla faccia dell'esistente film di Lenzi- causa refuso di una edizione home video distratta). Per fortuna, passata l'ondata nefasta, solo molto più tardi il soggetto verrà riproposto in qualche horror di maniera, ma molto sporadicamente. 

Ci sarebbe da approfondire anche il tema dell'ospedale/carcere/nosocomio abbandonato, location anch'essa utilizzata in molteplici film. Citiamo en passant: Horror 102 (2004), Death tunnel (2005), Boo, morire di paura (2005) e il più tardivo Asylum (2008).

 

locandina

Boo - Morire di paura (2005): locandina

 

Hold your breath è disponibile in Dvd grazie alla Minerva/Raro video, proposto nel formato anamorfico 2.35:1 e con audio in  dolby 5.1.

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