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Bekas

Regia di Karzan Kader vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bekas

di hallorann
8 stelle

Primi anni novanta. Kurdistan, regione a nord dell’Iraq. I fratelli Dana e Zana sono due orfani di genitori persi in una lunga guerra fratricida diventata normalità. Vedono in modo rocambolesco il film Superman e sognano di raggiungere l’America e l’eroe che risolverà i loro problemi. Sarà un cammino perturbato.

 

“Bekas” è una pellicola scritta e diretta da Karzan Kader, in parte biografica in parte romanzata. Figlia degli anni ottanta reaganiani in cui i (falsi) miti americani ancora condizionavano il pianeta e i suoi abitanti. Modelli come Superman per i più piccoli, la Coca-Cola, Michael Jackson erano modelli da esportazione che sortivano effetti d’evasione. I due fratellini si muovono e agiscono alla Superman (che non incontreranno, perché più importante è il ritrovarsi, l’amicizia e la fratellanza), cascano e vivono situazioni ansiogene da film americano. Kader documenta in maniera esemplare il passaggio tra le tradizioni islamiche e la modernità, rappresentate dalla figura del vecchio saggio Baba Shalid (poche scene ma molto significative) guida del presente e ricordo/insegnamento per il futuro. Modello positivo dunque, soprattutto per il più piccolo Zana. Idem il buon Osman, è un vecchietto che accompagna i ragazzi verso il confine con il suo carretto e la diffidenza per gli americani inventori delle parabole per allocchi. Mentre l’anziano proprietario del somaro Lunghe orecchie ribattezzato con il nome della popstar Jackson sa solo menare e l’unica cosa che lo placa è la vista del denaro. Che Allah vi protegga, esclamano spesso tali figure. I bambini fanno i conti con la realtà tangibile, in barba a qualcosa che ancora non capiscono, non che disapprovano. Le prove a ostacoli per avere una vita migliore, “In viaggio per la felicità” recita il sottotitolo ruffiano italiano, sono tante e spettacolarizzate dalla scrittura e regia di Kader ma alla fine i valori semplici sono ciò che veramente contano a fine corsa. E i due, inoltre, rappresentano anche la fierezza del popolo curdo, resistente agli eventi e alle disgrazie storiche.

 

Film per famiglie? No, film per tutti che racconta il cosiddetto terzo mondo in una chiave cinematografica occidentale, senza snaturarne lo spirito o come diceva Pasolini: Stupenda e misera città, che m’hai insegnato ciò che allegri e feroci gli uomini imparano bambini… (da Le ceneri di Gramsci, 1956).

 

 

 

 

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