Trama
Il mare è scomparso e la città sta lentamente morendo. Marat non si rassegna di fronte alla forza della natura e al destino. Mette due binari del treno sotto la sua nave e pensa di trascinarla per il deserto, verso l'orizzonte, sperando di raggiungere di nuovo il mare. La gente ride di lui, ritenendolo pazzo e non avvicinandolo per paura della reazione che potrebbe avere il violento figlio Jasan. Le uniche persone che non lo deridono sono Tamara, la sorella della moglie defunta che lo ha sempre amato, e Balthasar, direttore di un museo degli oceani. Un giorno Jasan e i suoi amici criminali entrano in contrasto e Marat, per difendere la sua nave, le dà fuoco con le sue stesse mani. Da quel momento, tra mille difficoltà, morti e avversità della natura, l'unico sogno di Marat sarà quello di ricostruire la nave e aspettare, nonostante tutto, che il mare ritorni.
Approfondimento
WAITING FOR THE SEA: UNA CATASTROFE AMBIENTALE
Waiting for the Sea trae spunto da uno dei più grandi disastri ecologici del XX secolo: il drenaggio del grande lago d'Aral, un mare interno dell'Asia centrale al confine tra Kazakistan e Uzbekistan. Tra il 1960 e il 1990 la superficie del lago è stata ridotta di due terzi dopo che le acque sono state deviate per l'irrigazione, con gravi conseguenze per l'ambiente della zona. Il posto dell'azzurro di quello che era a tutti gli effetti un mare è ora occupato dalle masse nere e appiccicose di petrolio, fuoriuscito dalla terra e divenuto la quintessenza della sofferenza e del caos del mondo moderno. Nonostante abbia fatto da ispirazione, nel film non vi è nessun riferimento esplicito a tutto ciò per sottolineare come qualcosa di simile potrebbe verificarsi in vari luoghi del mondo.
WAITING FOR THE SEA: L'ECOLOGIA DELL'ANIMA
Più che sull'ecologia in sé, Waiting for the Sea pone una riflessione creativa sull'ecologia dell'anima. La catastrofe legata al prosciugamento del mare crea profondi problemi all'uomo: come possono le persone continuare la loro vita dopo ciò che si è verificato? Che cosa ne sarà dei marinai, dei pescatori, degli operai portuali e delle loro famiglie? Come riempiranno il tremendo vuoto che si insinua nella loro quotidianità?
Waiting for the Sea è anche un film sulla vita di un villaggio infestato dai fantasmi del passato e su una storia d'amore tragica.
LA FEDE DI CAPITAN MARAT
La storia di Waiting for the Sea racconta della malinconica parabola dell'ex capitano e marinaio Marat, seguito nel suo difficile cammino fatto di ribellione psicologica e comportamenti insoliti. Marat vuole che le acque del mare ritornino e crede fortemente che non abbiano lasciato il suo popolo per sempre. La sua diventa una missione: se la sua nave affondata può muoversi sul fondo del mare ormai asciutto, allora può navigare anche in mare, ovunque esso si trovi. Se quello che sta vivendo è un errore della natura, capitan Marat è pronto a rimediare e colmare il vuoto. Contro ogni logica, raziocinio o beffardo abitante del suo villaggio, ha fede nel suo proposito e si ripromettere di combattere anche le condizioni più avverse: l'essere umano può essere piegato ma non spezzato.
I COLORI DEL DESERTO
Il canto per l'anima di Waiting for the Sea si traduce in uno spettacolo per gli occhi. Ogni cosa nel film diventa oggetto di meditazione estetica: gli immensi campi deserti lasciati dal mare, la sabbia ricoperta di bianco sale cristallino, le arrugginite navi abbandonate, il porto con le sue bandiere sbiadite che svolazzano nel vento. A prevalere sono i colori intens del deserto: il giallo, il bianco, il blu e il grigio.
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.