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La Bella e la Bestia

Regia di Christophe Gans vedi scheda film

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Scarlett Blu

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La recensione su La Bella e la Bestia

di Scarlett Blu
4 stelle

Un’ occasione sprecata, mi spiace dirlo.
La fiaba de La Bella e la bestia mi ha sempre affascinato, ma questa ennesima versione francese liberamente ispirata alla favola originale scritta nel ‘700, ad opera del regista Christophe Gans de Il patto dei lupi, ha deluso parecchio le mie aspettative, e non sono bastate le attinenze e i richiami al bellissimo cartone disneyano del ‘91, che pure non mancano, (la rosa di Belle, il ballo tra i due protagonisti) a farmi rivalutare tutto.
E non farò confronti col film in bianco e nero di Cocteau, considerato a tutt’ oggi la trasposizione migliore, che mi riservo di riscoprire quanto prima.
Mi aspettavo di più, devo ammetterlo; più cuore, anima, sentimento e meno effetti speciali a ricostruzione di scenografie ridondanti, quasi al limite del pacchiano per il castello diroccato della bestia invaso da opprimenti, claustrofobiche piante e fiori che tappezzano ogni cosa.
Ho letto che il film cita Tim Burton, ma io onestamente non ho capito dove, e penso che il bizzarro regista americano avrebbe fatto molto meglio se avesse avuto un soggetto del genere tra le mani; di certo ne avrebbe tratto una favola dalle atmosfere dark migliore di questa.


E altre citazioni – e queste evidenti - sono tratte da miti antichi e nel chiaro riferimento alla Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki, dettaglio del tutto estraneo alla storia originaria che qui assume tutt’altra valenza e significato rispetto all’autore giapponese, ma che in una libera interpretazione della favola non stona del tutto, e forse qui sta la sola nota poetica di tutto il film.
Mi resta l’impressione che non si riesca mai a trovare un giusto equilibrio tra i vari elementi, tra l’aspetto romantico/fantastico che vorrebbe suscitare meraviglia e le atmosfere inquietanti che pure non mancano.
Non che sia tutto da buttar via.
Qualche novità interessante non manca, ad esempio i sogni di Belle che collegano la contemporaneità della storia al passato misterioso, lontano nel tempo del principe che faranno luce sulla sua maledizione, questa volta non ad opera di una fata/strega intervenuta a punirlo per l’aridità del suo cuore.
E il principe trasformato in bestia non è veramente cattivo d’animo, - sarebbe stato un aspetto interessante da osservare e il personaggio interpretato da Cassel, attore che mi coinvolge poco, sarebbe forse apparso più sfaccettato, qui non ha altro che una colpa da redimere.
Il film all’inizio si concentra abbastanza sui rapporti tra Belle i e suoi famigliari, il buon padre ricco mercante che cade in disgrazia, le sorelle viziate e vanesie (caricaturali nella loro negatività) e i fratelli (un poco più realistici), ma è una parte che lascia il tempo che trova e forse risulta addirittura superflua, quasi estranea al resto della storia, oltre che un po’ debole.
Lea Seydoux è molto graziosa ma la sua Belle, a parte qualche sprizzo di rivalsa e ribellione, è una giovane con poco carattere che deve apparire buona ad ogni costo, nulla in comune con la volitiva Belle disegnata dagli animatori Disney.
Vincent Cassell non mi è mai piaciuto particolarmente; attore sanguigno, (solo in un paio di scene viene fuori questa sua caratteristica) forse gli sono più congeniali ruoli di personaggi più istintivi, ambigui e contorti, non un tormentato principe trasformato in bestia, prigioniero di una maledizione.
Sarà colpa del trucco, ma non c’è sofferenza negli occhi della sua bestia.
Il finale che tutti già conosciamo mi è sembrato azzardato nella scelta di alcune soluzioni spettacolari, un po’ troppo carico di effetti tra statue e rampicanti che prendono vita.
Nel complesso generale il film oscilla tra le 2 e le 3 stellette, in definitiva una sufficienza molto stiracchiata per un’ opera che vorrebbe essere ambiziosa, ma non è riuscita ad entusiasmarmi; considero molto più bello quello a cartoni animati della Disney.  Addirittura Beastly, versione moderna del 2010 è meglio di questo.
Peccato.

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