Regia di Christophe Gans vedi scheda film
La Bella e la Bestia ha visto reboot e remake dal 1920 ad oggi e anche questo film si inserisce in questo lungo filone della durata secolare.
Il racconto è diverso da quello Disney e prende spunto dalla storia scritta da Madame di Villeneuve.
Per aiutare il padre a pagare un debito, una giovane fanciulla si fa rinchiudere in un castello abitato da una misteriosa bestia.
Più o meno la storia è sempre quella, ma qui Belle ha altre due sorelle e tre fratelli ed inoltre il padre non è un inventore ma un mercante, oramai fallito.
Il film è come una salita ardua e continua verso la perfezione e poi nel momento in cui sta per toccarla, crolla su stesso.
Si, perché, parte da una grande idea e da una voglia, forse, di strafare, e poi si piega su se stessa non avendo la forza di arrivare all’apice.
Se l’interpretazione di Lea Seydoux è più che buona, anche se non sembra propriamente nella parte: è più una principessa ribelle che una innamorata di una bestia.
Dall’altra parte non possiamo dire lo stesso di un Vincent Cassel, fuori dagli schemi e come Bestia/Principe fatica e non poco.
Probabilmente il problema sta nella struttura proprio del personaggio che non sembra evolvere come dovrebbe e lui inceppa in una performance grigia.
La regia di Christophe Gans non tradisce dal punto di vista visivo, con un clima piuttosto dark (è lo stesso regista di Silent Hill e produttore di Saint Ange) e con alcuni riferimenti al precedente film francese del 1946.
Purtroppo si perde nella sceneggiatura che nella seconda parte arranca un pò troppo.
E’ un peccato che ad esempio personaggi come Perducas o Astrid vengano poco più che accennati caratterialmente anche se sono punti fondamentali del racconto
Belle le scenografie e la CGI usata; probabilmente tra le cose salvabili di questo film ci sono i Tadum, degli essere magici che diventeranno grandi amici di Belle.
Molto interessante anche l’inserimento del racconto della cerva d’oro che viene ripreso da più favole anche una ungherese che spiega la nascita degli unni e i magiari.
Ma è più facile che derivi da una favola di origine francese.
Un complimento speciale anche al reparto costumi e trucco e parrucco che hanno lavorato alla grande, anche con la scelta di colori e abbinamenti.
Si intende, questa non vuole essere una bocciatura per il film, ma solo un pò di dispiacere perchè poteva essere tanto di più e invece si perde un pò.
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