Regia di Ernst Marischka vedi scheda film
Come Elisabetta si innamorò di Francesco Giuseppe e divenne imperatrice d'Austria.
E' una storia edulcorata, una favola, d'accordo; però è girata con garbo e una non trascurabile ironia. Questa, secondo me, si ravvisa sia sul fronte del garbato umorismo, sia su quello di una critica rispettosa a certi cermoniali rigidi della corte asburgica. Ernst Marischka, autore anche della sceneggiatura, non era certamente un giacobino, ma qualche piccolo rabbuffo al glorioso passato austriaco lo fa.
Per il resto, è una pellicola molto gradevole e simpatica, se così si può dire, che si guarda volentieri. Anche la regia in senso tecnico, a ben guardare, non è così banale e scolastica come qualcuno afferma. Il regista ci pensa un attimo prima di piazzare la macchina da presa e inquadrare ambiente e attori (i quali danno tutti del loro meglio). Inoltre, egli ha l'indiscutibile merito di trovare quel difficile equilibrio tra ironia e serietà, sentimenti e facezie. Il ritratto di una delle imperatrici più amate anche nei feudi italiani degli Asburgo (tra cui Trieste) ne esce certo idealizzato, ma forse non opposto alla realtà del personaggio storico.
Romy Schneider è uno splendore: brava, bella e simpatica. Consiglio anche a tutti di ascoltarla almeno un po' nella versione originale. Per quanto buono, infatti, il doppiaggio non le rende giustizia fino in fondo. Purtroppo, qualche anno dopo, si sarebbe perdutamente innamorata di Alain Delon. Quanto a Karlheinz Böhm, invece, potè godere dell'immagine di divo per qualche anno, fino a quando non girò il bellissimo ma sfortunato "L'occhio che uccide" (1960) per Michael Powell. So che ha trascorso gli ultimi anni vivendo serenamente ritirato, e dedicandosi alla beneficienza.
Marischka non riuscirà a infilare un altro film come questo, specie da quello che ricordo dei seguiti che avrebbe girato. Forse questo è solo una fortunata combinazione, ma tant'è che l'ha fatto. E poi credo che sia il più grande successo del cinema austriaco di tutti i tempi.
PS: evitate la recente riedizione in finto widescreen.
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