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Cold War

Regia di Lok Man Leung, Kim-ching Luk vedi scheda film

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La recensione su Cold War

di emil
8 stelle

 Hong Kong è la città più sicura dell‘Asia. Il corpo di polizia , diviso fra sezione amministrativa ed operativa, è il fiore all’occhiello della città. Ma l’efficienza delle forze dell’ordine viene messa alla prova quando un blindato con cinque agenti sparisce improvvisamente nel nulla, nonostante i membri siano microchippati con GPS. Cosa si cela dietro il rapimento?

 

Ad indagare i due vicepresidenti della sezione: Lee (Tony Leung) , il più esperto, che spinge per un intervento armato visto che il figlio è tra i poliziotti scomparsi, e Lau (Aaron Kwok) dall’approccio più riflessivo e burocratico. Quest’ultimo accusa il primo di poca lucidità e tenta di prendere il comando dell’operazione, denominata "Cold War". 

 

Quando i rapinatori chiederanno un riscatto pesantissimo, interverrà l’unità anticorruzione ad indagare sull’intera faccenda, gettando pesanti ombre anche sul giovane ed ambizioso Lau.

 

Il lavoro del duo Luk e Leung ha del portentoso, sia in fase di regia che di sceneggiatura. 

Poliziesco di pregevole fattura, dal ritmo solenne ed epico, descrive gli scontri per ottenere la supremazia dall’interno del corpo di polizia, senza alcuna sbavatura e/o retorica, instradandoci nelle soffocanti ed ottuse lotte di potere . 

Quindi script possente e ben costruito, tanti dialoghi ma mai banali, sempre funzionali all’evolversi degli eventi (attenzione a non distrarvi!) . Ma anche azione impeccabile ed incalzante (molto bello l’inseguimento in tangenziale e la resa dei conti pirotecnica sul grattacielo - riprese aeree mozzafiato e di innegabile fascino della baia di HK, grazie all’impiego di droni radiocomandati)

Il miracolo del film è tutto lì, nell’equilibrio raggiunto fra la componente descrittiva e la messa in scena. Che risulta avvincente grazie ai continui colpi di scena e cambi di registro (action, thriller, poliziesco). Ottimi gli interpreti, ed eccezionale il lavoro sui personaggi; nessun macchiettismo nella caratterizzazione. 

Lee non è il massimo della simpatia , ma neanche Lau è una stinco di santo; la meravigliosa ed intensa prova del suo interprete ( Kwok) è uno dei motivi della riuscita del film.

 

Peccato per il finale un po‘ autocelebrativo in stile "Codice d'onore" , ma che comunque non influenza il giudizio del film che resta estremamente positivo.

 

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