Regia di Francesco Afro De Falco vedi scheda film
V.I.T.R.I.O.L, acronimo dal significato misterioso: Visita le Viscere della Terra, Rettificando Troverai la Pietra Occulta.
“Vitriol” mi ha incuriosito subito per la sua genesi in primis e in seguito per l'argomento che la storia trattava.
Lola è una studentessa di architettura all'università Federico II di Napoli, sta portando avanti la tesi di laurea con una ricerca che studia il rapporto tra archeologia e società massoniche a Napoli dal '700 ai giorni nostri.
Con l'aiuto del suo amico Davide per le ricerche, scopre un antico medaglione appartenuto ad un sacerdote dell'antico Ordine Osirideo Egizio. Da qui tutto un percorso tra misteri e storia occulta di una Napoli poco conosciuta e nascosta per arrivare (forse) alla scoperta di Arcadia.
Questa è una prima opera di lungometraggio di un giovane regista napoletano: Francesco Afro De Falco. Il film si base su reali ricerche che il regista insieme alla sua troupe hanno condotto sul mondo esoterico napoletano, interviste e filmati reali che sono stati poi introdotti nel film a supporto della storia. Infatti per “Vitriol” è stato scelto lo stile del mockumentary per raccontare la storia, anche se vi sono inserite molte scene di fiction e pura recitazione alternate a riprese di finto e reale documentario.
Questa scelta stilistica ha funzionato, rendendo la storia molto interessante, realistica e scorrevole.
I personaggi storici infatti sono tutti esistiti (il principe di San Severo, Giustiniano Lebano, Pasquale De Servis tra i personaggi citati), i luoghi in cui vengono effettuate le ricerche e le scoperte esistono e si possono andare a visitare (la scena con il “Cristo velato” della Cappella di San Severo è molto suggestiva e il merito è sicuramente della statua così carica di mistero), e le storie e le leggende che sono narrate nel film esistono, tutto questo rende la storia intrigante, in più vi è l'aspetto del “giallo” legato alla decifrazione di un codice nascosto nel medaglione massonico, che da al film un alone di mistero più fantastico che ben si sposa alle notizie reali.
Si aggiunge anche la buona recitazione dei due attori principali, la bella e brava Roberta Astuti nella parte di Lola e di Yuri Napoli nella parte dell'amico Davide, che riescono a gestire molto bene sia la parte mockumentary sia quella fiction, rimanendo molto naturali e spontanei.
Il finale è la parte che mi ha deluso di più, se infatti per più della metà il film riusciva a essere coinvolgente e credibile, nella seconda annaspa per trovare una soluzione al mistero del medaglione e una risposta ai troppi enigmi. Molto probabilmente se il finale fosse stato meno pretenziose, sia nella forma che nel contenuto, rimanendo nei toni modesti che tutto il film aveva avuto per almeno 50 minuti, il mio giudizio finale sarebbe stato più positivo.
Molto curiosa la genesi del film, partito inizialmente come un vero documentario sull'architettura “nascosta” di Napoli, sarebbe dovuto andare in onda su un canale di You Tube a puntate, in seguito l'incontro con la casa di produzione Smc ha fatto in modo che il progetto diventasse più ambizioso e infine il contributo dal Ministero dei Beni Culturali ha risolto i problemi economici iniziali che un lavoro alle prime armi solitamente incontra.
Molto probabilmente se una sceneggiatura del genere fosse capitata nelle mani di produzioni più ricche avrebbe ottenuto un risultato più soddisfacente, ma io ho apprezzato molto anche lo “spirito povero” di questa prima opera.
Un genere di thriller, mockumentary che in Italia ancora non esiste o è stato sfruttato molto poco, incomprensibilmente visto la ricchezza di storie e leggende che il nostro Paese offre in campo di cultura e arte, Napoli in questo caso ne è solo un esempio.
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