Regia di Luigi Cecinelli vedi scheda film
S’incontrano in una clinica psichiatrica che pare un incrocio tra il campo estivo prima infanzia e la caserma militare cialtrona, rubano la decappottabile al dottore in altre faccende affaccendato (ammanettato dall’infermiera in latex), scelgono una meta giovane, nottambula & balneare. E annaspano. Accomunati da variegati disturbi neurologici (e da un’ingenuità commisurata allo script), Augusto, Leonardo, Guglielmo e Mattia si ribellano alle cure evidentemente inefficaci e partono alla volta di Ibiza. Vogliono realizzare sogni diversi, finiscono per concretizzare un obiettivo comune che li “normalizza” più della presunta sanità mentale (ma quando arrivano le ragazze, sembrano chiedersi in un tenero ma semplicistico spasimo di desiderio e terrore). Prigionieri di un primo tempo scialbamente introduttivo dei rispettivi malanni (ineditamente, il narcolettico batte il rupofobico sul versante ritmico della commedia), i ragazzi si cimentano con un viaggio che della maturità ha solo la destinazione, tipica del “post esami di stato”. Sulla strada raccolgono un’autostoppista donna di mondo che si candida a nave-scuola prodiga di consigli, prendono un po’ d’aria fresca in Provenza (complice Depardieu in versione paciosamente agreste, pronto al prossimo spot della passata di pomodoro), si spiaggiano infine sulla costa ispanica. Senza urgenza e senza pretese, il film è un album musicale di hit radiofoniche che funziona meglio senza voce over. Niente può fermarli, almeno finché lo stereo non va in palla.
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