Regia di Paul Haggis vedi scheda film
Lo strano caso di Paul Haggis, autore di sceneggiature esemplari (Million Dollar Baby, Casino Royale), di un film importante (Nella valle di Elah), ma anche del premio Oscar più (giustamente) dimenticato della storia (Crash – Contatto fisico) e dell’inguardabile The Next Three Days. Third Person appartiene a quest’ultima categoria. Uno scrittore a Parigi (Liam Neeson) riceve un’amica particolare (Olivia Wilde) dopo avere lasciato la moglie, ma la loro relazione non decolla. Apparentemente autonome si incrociano altre due storie, quella di Mila Kunis a New York, accusata di avere tentato di uccidere il suo bambino e per questo cacciata dal marito James Franco; e quella di Adrien Brody in Italia, fulminato dall’incontro con Moran Atias che gli chiede di aiutarla a uscire da una situazione terribile. La “terza persona” del titolo riguarda lo scrittore, deus ex machina di tutta la combinazione narrativa. Imbarazzante l’episodio italiano, che riesce a rendere oleografica anche la Taranto dei bassifondi, ma è tutta la struttura a non stare in piedi, soffocata da una sorta di sentimentalismo intellettuale e da una pesante programmaticità. Il film “a tema” (inizio, svolgimento, fine di una storia d’amore che ambirebbe a un respiro universale, pur cambiando gli attori) avrebbe bisogno di una fluidità che qui non c’è, e a farne le spese sono prima di tutto gli interpreti (tra i quali anche Riccardo Scamarcio e l’incolpevole Vinicio Marchioni).
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