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Third Person

Regia di Paul Haggis vedi scheda film

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La recensione su Third Person

di EightAndHalf
4 stelle

"Mi sono ispirato, nel realizzare Third Person, al cinema di Godard, Antonioni e Pasolini, volevo porre delle domande senza dare delle risposte.". Parole di Paul Haggis, disattese però dal risultato finale del suo ultimo lavoro. Non riesce a bissare la qualità del suo Nella valle di Elah (bello, ma non certo eccelso), il regista di Third Person si lascia andare a una trama che cerca giustificazioni nel proprio carattere artificioso, e che non si salva non tanto per l'inverosimiglianza (sarebbe assurdo e abbastanza incoerente imputargliela, perché la verosimiglianza non è ricercata), quanto per la programmaticità con cui tutta la baracca è portata avanti, con questo cast stellare che recita senza sbavature e senza però destare il minimo sussulto. Third Person è un film infantile, in cui l'accompagnamento musicale invadente e superfluore rende tutto ancora più genuinamente brutto, mediocre. Un film, Third Person, che sembra dare una definizione di brutto tutta nuova; una pellicola dunque che merita di essere vista perché parlarne risulta comunque interessante, ma che rimane sempre, sostanzialmente, brutto, quasi bruttissimo. 

 

Liam Neeson, Olivia Wilde

Third Person (2013): Liam Neeson, Olivia Wilde

 

Adrien Brody, Moran Atias

Third Person (2013): Adrien Brody, Moran Atias

 

Mila Kunis

Third Person (2013): Mila Kunis

 

Tre le coppie che, in un modo o nell'altro, seguiamo in questa giostra di personaggi insulsi e piatti, in questo sfregio al buon cinema corale del passato (senza necessariamente scomodare Altman). Più di sei però i personaggi che incrociamo qui e lì fra le strade di New York, Roma e Parigi, tutti quanti ben incassati nei loro rispettivi ruoli di vittime o carnefici, in ogni caso di uomini intenzionati a lottare contro la solitudine o contro un profondo senso di colpa. Il lavoro di Haggis vanta un sottotesto quasi da thriller dei sentimenti che vorrebbe destare dubbi, incertezze, e far smarrire lo spettatore. La realtà è che il regista è costantemente indeciso fra il gioco del non detto e la possibilità dello spiegone, con il risultato di non propendere per nessuna delle due parti e generare un sempre più grande patatrac in cui è soprattutto la piattezza dello stile e la lentezza del ritmo a farsi sentire come focali motivi di disappunto. La recitazione dei vari attori è ovviamente impeccabile (fin quasi all'irritazione), ma la confezione è fin troppo corretta e contenuta per le pretese che il film vanta, cosicché si finisce per avvertire la grossolanità di un'estetica acerba e banale, quasi stereotipata, incredibilmente cozzante con l'intruglio narrativo potenzialmente ben congegnato. Anche se l'idea di base, con tanto di plot twist finale, per quanto non malvagia, era ben prevedibile fin dall'inizio. Verrebbe quasi da dire, telefonatissima.

 

Maria Bello

Third Person (2013): Maria Bello

 

Alcuni personaggi sono quasi sempre in primo piano (prevalgono senza dubbio alcuno Adrien Brody, Liam Neeson e Olivia Wilde), altri vengono quasi lasciati a loro stessi (James Franco, Mila Kunis, Kim Basinger), altri appaiono con fare ammiccante e superfluo (il romanaccio di Riccardo Scamarcio, per esempio). La sceneggiatura cerca di darsi un tono acculturato e profondo ma scivola via via in un'estetica patinata che fa perdere di credibilità e di interesse qualsiasi cosa, e i buchi lasciati volutamente dalla sceneggiatura non riescono a dare il via all'eventuale riflessione che lo spettatore può partorire, in quanto fautori di dubbi particolari e particolaristici, propri di storie senza eccessiva importanza. I dubbi, laddove sarebbesto stati invece necessari, non ce ne erano proprio. Il senso del film è davanti agli occhi, schiva per un pelo le cacofoniche strida filmiche dei vecchi filmetti di Inarritu (21 grammi), ma non riesce ad assumere un posto di primo piano nel panorama del cinema corale più importante. Vorrebbe essere un capolavoro, Third Person, ma d'altro canto fa percepire in maniera troppo netta la voglia di allungare il brodo fino allo stremo, tanto da rendere quasi ridicole certe situazioni (ulteriormente rovinate dal doppiaggio, magari). Insomma, Third Person è un intruglio pasticciato con pochissimi momenti interessanti e una fragile base di riflessione che indaga il senso di colpa e il legame che può sussistere fra esso e la dimensione creativa dell'artista. Peccato che di arte se ne veda poca e niente.

 

James Franco, Loan Chabanol

Third Person (2013): James Franco, Loan Chabanol

 

Un bell'esempio di film brutto. Un brutto che merita di essere scoperto e indagato, un brutto genuino (poco riuscito, più che furbetto), ma comunque un brutto.

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. LAMPUR
    di LAMPUR

    Ovviamente era Brody, forse anche lo smartphone vuole cambiargli i connotati..

  3. champagne1
    di champagne1

    Crash mi era piaciuto, ma se questo è "un bell'esempio di film brutto", penso che me lo vedrò, ma non in sala...; ciao

    1. EightAndHalf
      di EightAndHalf

      Non c'è assolutamente fretta di vederlo; piuttosto io cercherò di recuperare presto Crash. Ciao!

  4. giovenosta
    di giovenosta

    una cosa da seguire, a proposito della coralità hagginsiana, è la sua ultima fatica, ovvero la mini-serie tv (6 episodi) Show Me a Hero, tratta da un avvenimento reale (e da un libro ad esso dedicato) accaduto a Yonkers, ovvero nella periferia "bene" di New York, a partire dalla fine degli anni '80.
    a parte qualche didascalismo di troppo (specie nell'uso esasperato del montaggio parallelo), gli attori sono molto in parte e l'argomento riguardante l'inserimento delle case popolari in un contesto urbano differente e definito è ancora socialmente e politicamente molto scottante.

  5. ezio
    di ezio

    Appena visto....e' stata un po' un'occasione mancata,le varie storie che si accavallano non danno nessuna emozione particolare.....salvo la bellezza delle attrici.....gran belle gnocche.....ma non basta,grazie del tuo commento.

  6. ezzo24
    di ezzo24

    Pensavo che la faccenda del biglietto della cameriera fosse una cerniera narrativa immaginaria tra la storia di Parigi e quella di New York, ma dove sono le altre due cerniere (Roma-Parigi e Roma-New York) ? Oppure veramente la cameriera, senza un soldo, fa due volte su e giù per l'Atlantico ???

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