Regia di Stephen Frears vedi scheda film
Philomena (Dench) ha passato l'adolescenza in un rigidissimo collegio cattolico di suore irlandesi. La sua unica colpa è quella di essersi abbassata le mutandine e, in conseguenza di ciò, avere avuto un figlio che ad appena cinque anni di età le fu portato via per rimpinguare le casse del collegio che la ospitava. Quarantacinque anni dopo, un giornalista inglese appena cacciato dallo staff della BBC (Coogan) si mette in testa di raccontare una di quelle storie da rotocalchi per parrucchieri e casualmente si imbatte nella storia di Philomena. Con lei parte alla volta degli States per scoprire l'identità del figlio che fu dato in adozione.
Tratto da una storia vera, il film del prolifico Frears è un dramedy minimalista che assembla un divo della televisione poco noto fuori dai confini nazionali (stendiamo un velo pietoso sulle sue capacità interpretative) e un premio Oscar (lo ottenne con Shakespeare in love) che recita col pilota automatico. Se la confezione è una garanzia del pedigree del regista britannico, i contenuti (siamo nei paraggi di A spasso con Daisy) e le modalità di messa in scena (un road movie come viaggio esistenziale, quasi una costante di Frears) sanno di risaputo e già visto.
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